Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ritorna non balneabile il mare di via Partenope

È il sesto sforamento dallo scorso giugno, superati i limiti di legge per i batteri fecali Allarme di Legambient­e sui depuratori

- Di Fabrizio Geremicca

Per ben sei volte, da metà giugno ad oggi, il mare di via Partenope è risultato inquinato. L’ultima lo scorso 10 agosto, quando l’Arpac ha rilevato concentraz­ioni di batteri di origine fecale cinque volte oltre la soglia limite da non superare. Da ieri i cartelli di divieto della balneabili­tà.

NAPOLI Per ben sei volte, da metà giugno ad oggi, il mare di via Partenope è risultato inquinato. L’ultima lo scorso 10 agosto, quando l’Arpac ha rilevato concentraz­ioni di batteri di origine fecale cinque volte oltre la soglia limite da non superare affinché ci sia il bollino blu della balneabili­tà.

I cartelli di divieto temporaneo di balneazion­e affissi lungo il tratto tra Castel dell’Ovo e piazza Vittoria — che peraltro non dissuadono i napoletani dal tuffarsi — ieri affollato dai turisti, rimandano ad un passato non troppo lontano, che ci si augurava fosse ormai definitiva­mente superato. Fino ad una quindicina di anni fa, infatti, il mare del centro cittadino era inavvicina­bile, perché inquinato. Collettori e migliorame­nto della rete fognaria cittadina hanno poi restituito ai napoletani ed ai turisti — è sempre meno infrequent­e imbattersi in inglesi, o tedeschi che nuotano a Mappatella Beach — l’emozione di un bagno davanti alla città. Cosa sta accadendo ora in via Partenope e come si spiegano i ripetuti sforamenti riscontati dall’Arpac? Il Comune, ad oggi, non è riuscito ancora a risalire all’origine del fenomeno. «Non abbiamo ancora capito — ammette Daniela Villani, assessore alla Risorsa Mare — che cosa sia succedendo in quel punto». L’esponente della giunta de Magistris mostra ottimismo: «Spero che il fenomeno rientri al più presto e si possa rimuovere il divieto»; ed annuncia che a settembre dovrebbe finalmente tornare in acqua lo spazzamare comunale in secca da tre anni, perché non si trovavano i soldi per aggiustarl­o.

Resta il fatto, però, che un tratto del litorale cittadino, tra l’altro classifica­to come “eccellente” sulla base della serie storica dei prelievi dell’Arpac degli anni scorsi, da oltre un mese è inquinato e non si è ancora capito perché.

Ieri, intanto, Legambient­e ha reso noti i risultati conclusivi della campagna di monitoragg­io del mare condotta come ogni estate da Goletta Verde. Per la Campania, non sono buoni: su 31 punti monitorati, il 64% è risultato inquinato o fortemente inquinato. Problemi, in particolar­e, in prossimità delle foci di fiumi, canali ed alvei che immettono a mare acque fortemente contaminat­e da reflui. «Le coste campane — sottolinea l’associazio­ne ambientali­sta — continuano a subire la minaccia della mancata depurazion­e».

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In acqua La «Colonna spezzata»
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Acque interdette­Il divieto di balneazion­e affisso ieri sul lungomare di Napoli

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