Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Allarme a Punta Gradelle, liquami finiscono in mare
Gli ambientalisti: nessuno ha avvisato i comuni di Vico e Meta del pericolo
NAPOLI Il depuratore è nuovo, ma la condotta è vecchia ed insufficiente, quando piove in abbondanza, a convogliare la portata delle acque fino ad un chilometro e mezzo al largo. Il risultato è quello che, nel pomeriggio del 14 agosto, alcuni diportisti hanno immortalato in un video, che sta mietendo contatti su Facebook. Mare color liquame.
Accade tra Vico Equense e Meta di Sorrento, in prossimità dell’affaccio dell’impianto di Punta Gradelle, inaugurato un paio di settimane fa dal governatore De Luca, ma funzionante dall’estate 2017 e destinato a trattare i reflui della penisola sorrentina. La struttura, interamente realizzata nella roccia, è stata ultimata da Veolia dopo ritardi, avvicendamenti societari nel cantiere ed oltre 40 milioni di euro di spesa di fondi pubblici. Cosa è accaduto, dunque, alla vigilia di Ferragosto e perché il mare è diventato marrone e maleodorante? «Quando piove molto — risponde Pietro Forno, uno dei capimpianto — l’acqua tracima in parte. Non riesce ad entrare tutta nella condotta che arriva a un chilometro e mezzo al largo perché quest’ultima, che è ben più vecchia del depuratore, non sopporta l’aumento della portata determinato dalle piogge». I liquami, dunque, finiscono a mare? Forno prova con grande buo- na volontà a sostenere che quell’acqua immortalata il 14 agosto davanti alla roccia di Punta Gradelle fosse depurata e pulita. «Magari — azzarda — avrà trascinato qualcosa che era sugli scogli». Resta, in ogni caso, lo sconcerto per la circostanza che il progetto per il depuratore di Punta Gradelle di Sogesid, la società del ministero dell’Ambiente, non abbia previsto anche la sostituzione della condotta.
Qualora ciò sia stato determinato da mancanza di risorse, risulterebbe ancora più illogico lo spreco di due milio– ni di euro dilapidati per costruire una strada al servizio esclusivo del depuratore — teoricamente destinata all’evacuazione dei fanghi — che non è stata mai utilizzata e spacca in due gli uliveti del vallone di Seiano, a Vico. La foto dei liquami a mare, intanto, ha già suscitato proteste. Laura Cuomo, esponente del comitato “La grande onda”, il 16 agosto ha sollecitato un intervento dell’Arpac, che ieri, quando però la grande macchia marrone si era già in gran parte dissolta, ha effettuato analisi a mare e controlli nell’impianto. «E’ grave commenta Cuomo – che i gestori del depuratore non abbiano avvisato subito di quanto accaduto i sindaci di Vico e Meta affinché emanassero in via prudenziale un divieto di balneazione per uno o due giorni». Claudio d’Esposito, del Wwf, ribadisce le sue perplessità rispetto ad un impianto inadeguato a risolvere i problemi del mare della costiera. Lunedì l’Arpac comunicherà i risultati dei prelievi effettuati ieri, 48 ore dopo la tracimazione, davanti al depuratore.