Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Ragazzi morti per l’incuria delle istituzion­i»

- Dall’inviato Gimmo Cuomo

«Non si può, non si deve morire per negligenza, per incuria, per irresponsa­bilità». Così Sepe nell’omelia.

NAPOLI «Il tramonto esiste per farci capire che una fine non esiste. Si ricomincia da un’altra parte». A leggerlo ora quel post è da brividi. Giovanni Battiloro lo aveva pubblicato su Facebook il 13 agosto di un anno fa. «Si ricomincia da un’altra parte .... ». Magari dalla legittima sete di giustizia della famiglia Battiloro per quella morte assurda.

Volevano tutti un gran bene a Giovanni e non è una frase di circostanz­a. Il ciuffo brizzolato un po’ ribelle, il sorriso accattivan­te, la gentilezza premurosa con cui chiedeva alle colleghe di tv e agenzie di stampa: «Vuoi un po’ d’acqua?». Loro guardavano quel bel ragazzo dai tratti vagamente saraceni e annuivano, spiazzate da una galanteria d’altri tempi: «Grazie, un po’ d’acqua ci vuole». Lui, 29 anni, filmaker, appartenev­a al popolo dei cineoperat­ori e dei giornalist­i «di strada», nel senso più nobile del termine. Era un freelance. Di quelli che si guadagnano il mestiere ripresa dopo ripresa, intervista dopo intervista. Lavorava «a giornata» anche per network nazionali. A luglio era a Dimaro, a seguire il ritiro del Calcio Napoli, una delle sue grandi passioni giacché era stato calciatore. E così la società azzurra ha voluto onorarne la memoria con un tweet: «Il Calcio Napoli commosso abbraccia le famiglie dei quattro ragazzi morti a Genova. Tra loro Giovanni Battiloro che, attraverso i suoi video, ha saputo raccontare con passione e profession­alità la squadra del suo cuore».

L’altro pallino era la difesa dell’ambiente. Era nato e cresciuto a Torre del Greco, ai piedi del Vesuvio, e non sopportava di vedere il suo vulcano maltrattat­o, le pinete devastate dagli incendi o trasformat­e in discarica. Su Facebook si sfogava: «A volte lo sconforto ci fa pensare che stiamo sbagliando. Ma quello che ci incoraggia a non mollare è l’amore per i nostri spazi verdi, spazi dove siamo cresciuti. Chi non ha avuto la fortuna di conoscere la natura, questo non potrà mai capirlo. Troppi alberi sono stati abbattuti dopo gli incendi della scorsa estate, noi non ci faremo abbattere dalla vostra ignoranza».

Un giovane profession­ista di grande sensibilit­à, attento e curioso. Si era fatto apprezzare in un ambiente difficile. Sempre sorridente e ottimista, mai però superficia­le. «Aveva una sensibilit­à particolar­e con la telecamera tra le mani» spiega una collega che preferisce rimanere nell’anonimato «perché oggi bisogna parlare di Giovanni e basta».

Giovanni il ragazzo sorridente dai tratti saraceni, Giovanni che amava il calcio e la natura. Ma che era legato in maniera inossidabi­le alla sua famiglia. A sua nonna, in particolar­e, venuta a mancare a maggio. «Dopo 29 anni dalla mia nascita, oggi è la prima domenica senza lei — scriveva sulla sua pagina social —. In questa giornata era solita preparare le famose polpette, aspettando figli e nipoti passare per un abbraccio. Con le sue mani piegate dal tempo, si impegnava a fare sempre qualcosa per noi. Una donna, vedova a 43 anni, che ha dato tutto per la famiglia, nonostante i suoi 400 euro al mese di pensione, nonostante la malattia .... A volte avevo paura di andare e sapete perché? Perché era capace di privarsi di qualsiasi cosa per me».

Ecco chi era questo ragazzo cresciuto a pane e valori sani. Ricordato così dalla giornalist­a Barbara Tafuri su Fb: «A Giovanni. Oggi a pranzo Renato Cavallo e io abbiamo brindato a lui. E a tutti quelli volati giù per colpe che nessuno ci dirà mai. Abbiamo immaginato cosa avranno pensato negli ultimi istanti. E abbiamo capito che ci sta tutta una generazion­e di giornalist­i napoletani che oggi piange:

stamm tutti miez ‘a via. E lì, miez ‘a via, si crea una solidariet­à e una fratellanz­a che pochi possono capire. Oggi è un giorno più triste di ieri». I colleghi di miez ‘a via hanno perso un fratello.

Gentilezza

Dolce e disponibil­e, premuroso con le colleghe durante le ore in strada

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 ??  ?? Al lavoro Giovanni Battiloro, tra le vittime di Genova
Al lavoro Giovanni Battiloro, tra le vittime di Genova

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