Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il Centro direzionale, un suk della vergogna
Caro direttore, voglio ringraziare il Corriere per aver tenuta alta, con le sue inchieste, l’attenzione su un problema così scottante come la prostituzione. Il Centro direzionale da «Città futura» è ora il suk della vergogna.
Caro direttore, vivo al centro direzionale. Volevo ringraziare lei e la redazione per l’attenzione che avete dato al problematica della prostituzione nella zona est di Napoli e, in particolar modo, nell’area del Centro direzionale. I vostri articoli hanno riaperto una discussione e soprattutto sono un invito a tenere alta l’attenzione.
Risiedo in questo quartiere dal 1991 e mi fa male constatare che il progetto della “Napoli Futura” è ormai svanito e che oggi è identificato come il suk della città. I residenti storici ci credono ancora, anche se molti sono andati via, chi è rimasto compie quotidianamente piccoli miracoli per cercare di difendere con orgoglio uno dei posti più belli della nostra città che il governo cittadino non valorizza come merita. Il Comitato civico che presiedo sta cercando di colmare lacune e scelte, a nostro giudizio sbagliate, fatte in questi anni dal Comune. Siamo circa 3000 residenti, alcuni anche commercianti.
Dal 2011 le prime presenze di prostitute furono segnalate agli organi competenti da molti residenti, la IV Municipalità, di cui faccio parte, ha provato inutilmente a tendere una mano al sindaco di Napoli con un consiglio monotematico nel quale fu approvato all’unanimità un Atto di indirizzo che colpisse la “domanda” e non “l’offerta”, al consiglio era presente l’assessore alla Legalità del Comune di Napoli Giuseppe Narducci che, in quella sede, si impegnò a far firmare l’ordinanza al sindaco. Alcuni mesi dopo l’assessore si dimise. Qualche tempo dopo una petizione con circa 1.200 firme fu inviata all’ex presidente del consiglio comunale Raimondo Pasquino. Nessuna risposta.
Ma la storia non finisce qui: il primo cittadino, a seguito del fenomeno immigrazione, pensò di attivarsi per la macchina dell’accoglienza, pensiero in parte condiviso se non fosse che il 90% dell’accoglienza veniva smistata sulla IV Municipalità e non equamente distribuita sull’intero territorio comunale, a questo si aggiunge la presenza di diversi campi Rom. Il prodotto di queste scelte ha generato una miscela esplosiva e altamente dannosa. Pare che il sindaco non voglia intervenire; pare che il suo sia un braccio di ferro che cozza con la volontà dei cittadini. Gli unici ad essere sconfitti siamo semplicemente noi che rivendichiamo una condizione ormai divenuta rara: la normalità delle cose. Perdoni lo sfogo, ma la vostra inchiesta la viviamo come un piccolo riconoscimento delle centinaia di denunce e grida di aiuto mai ascoltate. Grazie.