Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Psicosi «grandi opere» Torre Annunziata in rivolta per le nove cisterne di gas
Sono due, si aggiungeranno alle altre sette. Appello a Di Maio
La costruzione in corso lungo il litorale di Torre Annunziata di altre due cisterne di idrocarburi, in aggiunta alle sette già presenti (9 in tutto) sta crendo paura e proteste. Cittadini in piazza.
NAPOLI
La costruzione in corso lungo il litorale di Torre Annunziata di altre due cisterne di idrocarburi, in aggiunta alle sette già presenti da alcuni decenni, sembra avere tutte le caratteristiche di una condizione “esplosiva” sul piano sociale, ambientale e della salute delle persone.
Diverse centinaia di cittadini per ben due volte hanno protestato in pubblico con cortei per le strade cittadine. Le conseguenze potrebbero essere anche giudiziarie: il coordinamento promosso dai comitati “Salera” e “Gente del Sarno” ha presentato un circostanziato esposto alla Procura della Repubblica che fa seguito ad un dossier illustrato alla “Commissione speciale Ecomafie e Terra dei fuochi” della Regione Campania.
Nel documento si individua la “Terra dei fuochi di Torre Annunziata”. Il territorio va dal molo di levante del porto torrese — oltre il quale sorgono le cisterne — include un tratto di spiaggia-discarica e ruderi contaminati di siti industriali, fino alla foce del superinquinato fiume Sarno. L’area è al centro del Golfo di Napoli, nel luogo dove la linea di costa si incunea nel territorio sito Unesco per la presenza delle aree archeologiche di Pompei e Oplontis, «la cui evidente vocazione turistica — spiegano a gran voce i comitati — è incompatibile con attività potenzialmente pericolose e inquinanti». L’area di espansione delle cisterne è sottoposta a monitoraggio dell’Arpac per il «superamento della soglia di contaminazione — è scritto nell’esposto —dovuta alla presenza di alcune sostanze anche cancerogene come il Tetra cloro e ti lep et enze ne». L’Arpac, in sede di audizione il 21 giugno scorso in commissione Ambiente della Regione, ha confermato la contaminazione della falda acquifera.
Recentemente l’assessore alle Attività produttive Antonio Marchiello, rispondendo ad un question time promosso dalla consigliera regionale Flora Beneduce, ha accresciuto nei comitati i dubbi sulla regolarità delle procedure adottate. «Attualmente non risultano richieste di atti d’intesa con il ministero – ha spiegato Marchiello — né tantomeno si rivelano com- della direzione attività produttive su atti adottati dall’amministrazione comunale di Torre Annunziata relative al permesso a costruire rilasciato alla Isecold». All’ultimo corteo dei comitati al grido di “stop cisterne” ha partecipato anche il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione, contestato però dai manifestati per le «inadempienze e l’indifferenza che si trascinano da diverse amministrazioni locali». La difesa del primo cittadino (alla guida di una giunta Pd e civiche) è stata che «non poteva far nulla».
Lo scetticismo e la rabbia dei comitati rimane alto perché i lavori vanno avanti, pur sperando nell’azione del governo il cui imminente intervento è stato confermato dal deputato del M5S, Virginia La Mura. «Il ministro Di Maio si è allarmato per la vicenda — ha scritto — e mi ha assicurato interventi rapidi». Intanto, la paura dei cittadini che abitano nei dintorni delle cisterne è alle stelle.