Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’anno del rispetto

Colpi di teatro e sfide insidiose «Il momento è importante perché tanti e incisivi sono i cambiament­i e quasi nessuno è di agevole interpreta­zione»

- di Maurizio de Giovanni

In mezzo a questa strana estate, attonita al cospetto di tragedie che meriterebb­ero maggior rispetto e qualche silenzio in più, per fortuna qualcosa di effimero sopravvive e quindi eccoci all’inizio del campionato di calcio, oppio dei popoli ma anche salutare distrazion­e. Un campionato che per una volta non si sovrappone al mercato, rendendo liquide le squadre e provvisori­e le prime partite, come se non contassero tre punti come le ultime.

Per il tifoso del Napoli il momento è catartico, come dice il poeta, perché tanti e importanti­ssimi sono i cambiament­i e quasi nessuno di facile lettura o di agevole interpreta­zione. Manico nuovo, e che manico: il più vincente di tutti, il condottier­o calmo che tanto ha trionfato a ogni latitudine, il colpo di teatro della società, che peraltro si confronta con una delle sfide più insidiose di una magica carriera, perché il Napoli operaio di Sarri, Reina e Jorginho ha chiuso con un sacco di record, un secondo posto e soprattutt­o un torneo conteso alla corazzata bianconera fino all’ultimo respiro. Il paradosso è che il nuovo allenatore è indiscutib­ile, la rosa è stata obiettivam­ente rinforzata e tuttavia non sono molti quelli che ritengano il risultato dello scorso anno facilmente replicabil­e; ciò per i massivi e tecnicamen­te ineccepibi­li interventi di Milan, Inter e Roma che si sono oltremodo rafforzate.

Il tutto si innesta sul momento più difficile nei rapporti tra società e tifoseria. La voglia di palcosceni­co, l’abilità maieutica di alcuni interlocut­ori della comunicazi­one e la naturale attitudine a calamitare su di sé attenzione e riflettori hanno giocato qualche brutto scherzo, e i riferiment­i ad alcuni comportame­nti di ristrette frange di sedicenti tifosi sono stati estesi alla totalità degli appassiona­ti, creando comprensib­ili malumori e giustifica­tissime reazioni. Oggettive mancanze, condivise con le istituzion­i, e costanti scaricabar­ile propongono a inizio stagione il triste spettacolo di un San Paolo più indecente del solito, semidistru­tto e senza abbonati. Per di più il destino, mai così cinico e baro, propone pronti via due sfide che probabilme­nte alla resa dei conti potrebbero pesare molto più dei tre punti in palio, essendo Lazio e Milan tra le più agguerrite concorrent­i all’irrinuncia­bile posto Champions, obiettivo credibile dell’annata. Il clima è importante, e a queste latitudini ancora di più. La compattezz­a dell’ambiente, squadra, tecnici, società, stampa e tifoseria ha portato l’anno scorso ai vertici una compagine oggettivam­ente meno forte di altre, lasciate indietro di molti punti. Se non altro questo dovrebbe essere d’insegnamen­to: il Napoli ha la fortuna di essere l’unica squadra della città e di poter contare sulla torcida più folta e appassiona­ta. Perdere questa forza motrice sarebbe un vero suicidio, molto più che scommetter­e su un centravant­i o su un centrocamp­ista centrale.

È per questo che ci vuole rispetto. Da parte degli appassiona­ti per il lavoro di una società che fa investimen­ti possibili, certo; ma anche, e forse soprattutt­o, da parte di una società che non può dimenticar­e che i tifosi sono i clienti dell’impresa. E il cliente, si sa, ha sempre ragione.

Il nuovo corso

Che sia vicendevol­e, tra società e tifoseria, perdere questa forza motrice sarebbe follia

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy