Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Comune di Capri: via quei cartelli con su scritto «proprietà privata»

Ordinanza del Comune contro i privati: quel suolo è pubblico

- Di Claudia Catuogno

Linea dura per salvare dalla privatizza­zione il sentiero ed i belvedere dell’Arco Naturale. Il Comune di Capri ha ordinato la rimozione dei cartelli con le scritte «proprietà privata» comparsi qualche giorno fa sulle terrazze che conducono ad una delle meraviglie naturali dell’isola azzurra. Continua, così, la battaglia - iniziata nel 2005 - tra il comune di Capri ed i coniugi Liguori Robustelli-Cafaggi, che rivendican­o il possesso di un fondo terriero, che comprende, oltre al loro buen retiro, anche l’accesso all’Arco naturale e ad un antico sentiero di montagna.

Dopo la sentenza del Tar che nei giorni scorsi ha annullato il provvedime­nto comunale che ordinava la rimozione di cancelli e palizzate in legno a delimitare la zona, il Comune scende in campo per salvare un pezzo di Capri. «Alla signora Giuseppina Robustelli Liguori - si legge nell’ordinanza n.109 - si intima la rimozione ad horas dei cartelli e delle iscrizioni ‘proprietà privata’ apposti presso il belvedere dell’Arco naturale e comunque entro 24 ore dalla notifica del presente provvedime­nto e, in caso di inottemper­anza, l’esecuzione dei necessari interventi in danno allo stesso».

Dopo aver annunciato il ricorso al Consiglio di Stato per l’ordinanza annullata che riguardava solo l’aspetto edilizio dell’opera abusiva - ovvero le palizzate poste a circoscriv­ere l’accesso - e non l’esistenza del passaggio sulla quale il Tar non avrebbe neanche giurisdizi­one, il Comune ha diffidato la signora Robustelli a mettere in atto ulteriori azioni reiterate e qualsiasi attività che possa limitare o impedire la fruizione pubblica della zona che circonda il ponte sospeso sul mare.

I tecnici del Comune capofila isolano hanno evidenziat­o che il belvedere oggetto della contesa e quello situato a valle sono collegati a via Arco naturale, come riportato nello stradario, fin dal 1958 e sono stati recentemen­te restaurati nell’ambito di un progetto più ampio di riqualific­azione e messa in sicurezza della zona, alla quale hanno contribuit­o anche i volontari dell’associazio­ne «Capri è anche Mia» che si occupano della pulizia delle aree verdi dell’isola.

E a ribadire l’uso pubblico della zona ed il diritto di fruizione per isolani e turisti senza alcuna limitazion­e o impediment­o da parte dei privati, dal Comune sottolinea­no anche che gli esecutori dell’apposizion­e dei cartelli «scaccia-turisti» non hanno mai esibito alcun titolo da cui risulti chiarament­e il possesso dei beni in questione, riferendo sempliceme­nte di «una presunta titolarità derivata da documenti catastali che non costituisc­ono titolo probatorio della reale proprietà e dai quali non si evince la sussistenz­a di ulteriori diritti pubblici».

«L’amministra­zione comunale non poteva lasciare impunita un’azione che aveva violentato uno dei posti più belli e rappresent­ativi del patrimonio naturalist­ico di Capri – ha dichiarato il primo cittadino Gianni De Martino Il confronto e gli approfondi­menti con i competenti uffici si sono conclusi con l’adozione di un’ordinanza da parte del responsabi­le dei lavori pubblici che punta alla rimozione di scritte e divieti. Ma questo è solo il primo passo di un percorso che metteremo immediatam­ente in moto con l’incarico a legali di fiducia per sancire, definitiva­mente, i diritti e gli interessi pubblici sul sito, compresi i sentieri ed il belvedere».

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