Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il prete anti-Salvini: «Così ho accolto ambulanti sul sagrato della mia chiesa»
A Camerota, in provincia di Salerno, l’extraterritorialità della chiesa funziona in chiave anti-Salvini. È già un mese e mezzo, infatti, che don Gianni Citro, il parroco noto come organizzatore del Meeting del Mare, da sempre a difesa dei più deboli, ha adattato il sagrato della chiesa per accogliere il mercato degli ambulanti senegalesi. Un’iniziativa che al sacerdote è venuta in modo istintivo, nel momento in cui l’operazione «Spiagge Sicure», fortemente voluta dal ministro degli Interni, ha fatto irruzione anche sul litorale cilentano.
«Da metà luglio - spiega il giovane prete - il sindaco ha messo in atto il provvedimento del governo a cacciare via quotidianamente i venditori extracomunitari. Ogni giorno i vigili urbani sequestravano palette e secchielli... con tanti delinquenti e camorristi che stanno a Camerota l’attenzione delle forze dell’ordine era tutta rivolta a queste persone. Alcuni di loro, stremati dalla fame e ridotti alla disperazione, sono venuti da me a chiedere aiuto, allora ho cercato un dialogo con il sindaco che mi ha detto però che non poteva farci niente: Camerota insieme a Capaccio era stata scelta in Campania come località campione per perseguire il fenomeno del commercio ambulante senza licenza».
A questo punto don Gianni si fa è fatto venire l’idea che «vanifica» gli effetti del provvedimento «Spiagge Sicure» senza entrare però in rotta di collisione con il ministro leghista: «Ho ospitato io il mercato dei senegalesi facendo stendere i teli con tutta la mercanzia sul sagrato della chiesa».
Un gesto semplice e dall’effetto immediato: così, da un mese e mezzo a questa parte e fino alla fine di agosto, due nuclei familiari fissi («quello di un uomo fortemente diabetico e di una donna incinta») più altri ambulanti che si alternano giorno dopo giorno continuano a vendere abbigliamento, bigiotteria e oggetti di artigianato come se il pugno di ferro ministeriale non ci sia mai stato.
Le reazioni? «Ufficialmente nessuno si è fatto vedere riprende il parroco - e nessuno mi ha detto niente. D’altra parte il sagrato della chiesa è proprietà privata, è come se io i senegalesi li avessi voluti ospitare a casa mia». A Camerota però c’è chi mugugna: don Gianni in passato è finito spesso sotto i riflettori per non essere un sacerdote troppo ortodosso: come quella volta che ammise di aver preso la tessera del Pd e si scagliò contro il centrodestra. Ora è accusato di aver incrementato con la sua iniziativa l’illegalità. Lui però risponde stizzito: «C’è un’emergenza umanita-
ria che viene prima dell’attenzione al fenomeno dell’illegalità. Io sono un parroco, responsabile di una comunità cristiana, e non posso restare indifferente di fronte a interi nuclei familiari ridotti alla fame». E come la mettiamo con il business del falso? E con la camorra che sta dietro agli abusivi? «Ma quale business, è solo un’economia di sussistenza, alla fine questa gente guadagna sì e no 20 euro al giorno. Mi farebbe piacere se la stessa attenzione venisse rivolta al fenomeno droga, questo territorio purtroppo è una grande piazza di spaccio». Chiusa l’esperienza del mercatino sul sagrato, don Gianni Citro è pronto a nuove iniziative: «Salvini ci costringerà ad emergenze quotidiane, di conseguenza il soccorso di carattere umanitario andrà contestualizzato di volta in volta».