Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cardarelli preso d’assalto Ecco come molti evitano di pagare gli esami clinici
Sanità Boom di accessi al pronto soccorso, attivata l’unità di crisi
Sommersi dai pazienti e con i soliti furbi che si rivolgono al pronto soccorso per saltare liste d’attesa su analisi e accertamenti (e, ovviamente, relativi costi). Una situazione che ha creato non poche difficoltà.La prima settimana post-ferie si è trasformata, infatti, per i medici dell’emergenza del Cardarelli in un vero e proprio incubo, e nella notte tra lunedì e martedì si è arrivati a superare la soglia di allerta. Alle 7 di ieri mattina la direzione strategica dell’azienda ospedaliera è stata costretta ad attivare l’unità di crisi, avviando di fatto tutti i protocolli che permettono di gestire il super afflusso e governare l’emergenza.
Sommersi dai pazienti
NAPOLI e con i soliti furbi che si rivolgono al pronto soccorso per saltare liste d’attesa (e relativi costi) su analisi e accertamenti. Una situazione che ha creato non poche difficoltà.
La settimana del controesodo si è trasformata, infatti, per i medici dell’emergenza del Cardarelli in un vero e proprio incubo, e nella notte tra lunedì e martedì si è arrivati a superare la soglia di allerta. Alle 7 di ieri mattina la direzione strategica dell’azienda ospedaliera è stata costretta ad attivare l’unità di crisi, avviando di fatto tutti i protocolli che permettono di gestire il super afflusso e governare l’emergenza. Nella sostanza, si tratta di una cabina di regia che comprende tutti i responsabili delle diverse strutture, il bed manager e ovviamente la direzione generale e sanitaria dell’azienda. Perché, come ripete il direttore generale Ciro Verdoliva, se è vero che «non si può scegliere quanti pazienti debbano arrivare al pronto soccorso, con un lavoro meticoloso si può fare in modo che le cose non degenerino. Sappiamo bene – aggiunge – che in momenti come questi è necessario tenere ancor più alta l’attenzione per evitare che la situazione vada fuori controllo».
Impressionanti i numeri. Nella mattinata di ieri, solo nell’area dell’emergenza, si contavano più di 40 barelle distribuite tra la medicina d’urgenza, la chirurgia d’urgenza, la gastro, l’unità operativa cardiologica con Utic e la neurochirurgia. Al collasso l’osservazione breve intensiva con più di 100 pazienti su 36 posti disponibili. Diverse le ragioni di questa crisi, a cominciare da un numero abnorme di accessi inappropriati, addirittura il 59%, stando ai dati diffusi dalla direzione generale dell’ospedale. Si tratta per lo più di pazienti con disturbi tranquillamente gestibili a casa, al massimo con il supporto del medico di famiglia. A questi va comunque aggiunta una mole di ricoveri in emergenza, per malattie respiratorie, complicanze di malattie croniche e addirittura pazienti trasferiti per complicanze post operatorie da altri ospedali. In questo contesto è sempre più evidente quanto sia ormai indifferibile l’apertura del pronto soccorso dell’Ospedale del Mare, che dovrà quanto prima essere in condizione di alleggerire il carico del Cardarelli ed entrare a tutti gli effetti nella rete delgenza l’emergenza. Ma questa è un’altra storia. Tornando invece all’emergenza del Cardarelli, è servito uno sforzo straordinario per evitare che si interrompesse la continuità assistenziale e addirittura l’attività chirurgica d’emergenza. L’unità di crisi ha valutato ogni singolo caso, per definire quali pazienti trasferire una volta ottenute le disponibilità. Solo così, nonostante al pronto soccorso continuassero ad arrivare pazienti, la situazione ha cominciato ad alleggerirsi. Alle 17 erano poco più di 30 le barelle in tutta l’area dell’emer- e circa 80 i pazienti ancora in osservazione breve. Ovviamente, in questo «tsunami assistenziale» non è stato possibile evitare di sospendere l’attività di elezione. Tutti gli interventi chirurgici classificati come “non urgenti” riprenderanno appena l’emergenza sarà rientrata. «Nonostante le difficoltà – conclude il direttore generale – tutto il personale ha fatto uno sforzo enorme. Ora speriamo di poter riprendere al più presto anche l’attività di elezione, che per il Cardarelli resta un punto essenziale». Anche altri pronto soccorso sono in questi giorni sotto pressione, come il Pellegrini di Montesanto e l’ospedale San Paolo di via Terracina, ma nonostante tutto i casi più complessi finiscono inesorabilmente all’ospedale del Vomero.
I risvolti
Nella mattinata di ieri si contavano più di 40 barelle distribuite fra i vari servizi