Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ricci (Pd): dialoghiamo con de Magistris come noi è contro il governo-Salvini
Oggi presentazione del suo libro: Bassolino è un riferimento, Luigi un interlocutore
NAPOLI Antonio Bassolino? «Un riferimento». Luigi de Magistris? «Un interlocutore». Possibile che anche uno dei più renziani stia davvero cambiando verso? Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, responsabile nazionale Pd enti locali, lo era con Renzi, lo è con Martina segretario. Oggi presenta il suo libro «Primo, cittadino» con Luigi de Magistris, a cui è dedicato uno degli undici ritratti-interviste. L’altro napoletano è appunto Antonio Bassolino.
Sottotitolo del saggio: «Come l’Italia può ripartire dai sindaci in epoca di populismi e di propaganda». De Magistris non è un populista quindi.
«Quest’anno ricorrono i 25 anni della legge per l’elezione diretta dei sindaci che ha cambiato il rapporto tra cittadini e amministrazione. Ho voluto raccontare la mia esperienza e le mie idee confrontandomi con sindaci non solo di centrosinistra».
Bassolino e de Magistris...
«De Magistris rappresenta una tipologia di sindaco civico e movimentista che sicuramente con un’altra legge non sarebbe stato eletto. Spesso non condivido quello che dice, ma abbiamo tratti in comu-
ne».
Per esempio?
«Ogni volta che lo sento parlare si coglie un attaccamento passionale alla città».
Ma lei lancerebbe i Pesaros, la moneta della città autonoma di Pesaro?
«No, ovviamente. Però credo che abbiamo entrambi un amore per la nostra città e quando facciamo i sindaci ci ritroviamo. Sono certo che sul bando periferie la pensi come me».
Per lei è un uomo di sinistra?
«Sicuramente non è un uomo di destra, è un movimentista. Sono curioso di sapere cosa pensa di questo governo. A mio parere pesca molto nell’elettorato dei 5 Stelle, ma non credo che apprezzi le politiche di questo esecutivo. Diciamo che io sono un riformista pragmatico, de Magistris un movimentista, ma entrambi siamo contro il governo Salvini».
Insomma potreste stare nella stessa piazza il 29 settembre?
«Certo. Sull’Europa, sui diritti, sulle politiche dell’immigrazione credo che abbiamo le stesse idee».
Sintesi: de Magistris è contro Salvini e colloquia con Roberto Fico. Come il Pd, insomma.
«Penso che questa sia una fase politica in cui dobbiamo mescolarci, uscire dallo schema, bisogna costruire un’alternativa di popolo ai populisti».
Potreste essere alleati? Ma il Pd napoletano lo sa?
«Lungi da me entrare in dinamiche interne, penso che lo scenario sia nuovo. Non credo che tutti gli elettori 5 stelle si trovino a loro agio a fare da ruota di scorta di un esecutivo sovranista. Quegli elettori a Napoli hanno votato de Magistris e poi alle politiche 5 stelle. Bisogna allora ragionare, senza avere la fretta di mettere insieme cose che non stanno insieme. Non esiste più la dicotomia con Renzi o contro Renzi, ora è tra chi sostiene il governo pericoloso e incompetente e chi vuole una proposta democratica, riformista. Giusto quindi confrontarsi anche con de Magistris. Direi che è nostro dovere farlo».
A Ravenna il popolo democratico ha osannato anche Fico.
«Intanto il nostro popolo è civile e educato e ne vado orgoglioso. Ma non credo a nessun tipo di alleanza con i 5 stelle perché non sono una formazione democratica. Vero però che dentro ci sono tante contraddizioni e Fico ne rappresenta una parte, dobbiamo essere bravi a inserirci nel loro disagio se non altro per farlo emergere: significa fare politica, non alleanze».
Dicotomia
Non siamo più con Renzi o contro Renzi, ma tra chi sostiene un esecutivo pericoloso e incompetente e chi vuole una proposta riformista
Bassolino dice è un suo riferimento, eppure Renzi lo ha rottamato all’epoca delle primarie.
«In genere non condivido le scelte che dividono. Sono considerato un rottamatore, ma bisogna rinnovare con la testa sennò si perde. Proprio come è accaduto a Napoli».