Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il ruolo di un giornale
Aveva ragione Gabriella Ferrari Bravo, sul Corriere del Mezzogiorno di venerdì scorso; avevamo ascoltato poco e male la voce delle donne sulla convenzione firmata dalla Asl Napoli 1 e l’associazione anti-abortista Parrocchia per la vita. Perché, anche e soprattutto in epoca di disintermediazione, il ruolo di un giornale deve essere sempre più quello di denuncia.
Un giornale deve approfondire, informando con oggettività, ma non con freddezza. Come ha fatto il Corriere del Mezzogiorno in questa vicenda. Come cerchiamo di fare sempre.
La legge 194 ha quarant’anni e va difesa ancora. Ce lo hanno ricordato le femministe che sono in servizio effettivo e permanente, per fortuna, che non vanno in vacanza e scoprono delibere ferragostane che cozzano proprio con quanto è previsto per legge e che cioè la privacy di un essere umano è inviolabile, di una donna, che dolorosamente e in coscienza, decide di abortire ancora di più. Non c’è deroga.
La 194 è una legge estremamente chiara, che non può dare adito a interpretazioni errate. L’iter è lungo e nulla è tralasciato. Semmai il problema è proprio il contrario. Farla applicare.
Ecco, il direttore generale dell’Asl Mario Forlenza dovrebbe vigilare su questo. Fare in modo che i consultori funzionino, per esempio. Quanto a noi, saremo sempre dalla parte delle regole, ma continueremo anche a parlare di diritti, quelli acquisiti e quelli da riconoscere. Quanto a me, ricorderò sempre agli smemorati le parole di Emma Bonino l’aborto non è un diritto, ma un dolore».