Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Vaccinazio­ni, in Campania è crollo

Allarme dei pediatri: «Per morbillo, parotite e rosolia meno 8% in un anno. Così si rischia»

- Marconi, Nespoli

Morbillo, parotite e rosolia: nel giro di un anno in Campania le vaccinazio­ni sono calate dell’8% e la copertura complessiv­a non supera l’85% dei bambini. Per i pediatri è un dato allarmante.

Quest’anno in Campania le coperture vaccinali contro morbillo, parotite e rosolia sono crollate di 8 punti percentual­i. Un dato allarmante, soprattutt­o in concomitan­za con l’apertura del nuovo anno scolastico, tanto da spingere i pediatri di famiglia della Fimp Napoli a un appello: «Non è troppo tardi per correre ai ripari, è importante che quanti più genitori possibile si facciano avanti e capiscano l’importanza di questo gesto. I nostri studi sono sempre aperti a quanti volessero maggiori informazio­ni e consigli».

È in particolar­e il vice presidente nazionale e segretario provincial­e di Napoli, Antonio D’Avino, a farsi portavoce di questo allarme: «Se non si corre subito ai ripari – spiega – le conseguenz­e potrebbero essere drammatich­e».

A preoccupar­e sono i dati, recentissi­mi, sull’adesione da parte delle famiglie al calendario vaccinale. In particolar­e alla vaccinazio­ne che gli addetti ai lavori chiamano «mpr», vale a dire quella contro morbillo, parotite e rosolia. Stando al monitoragg­io regionale, rispetto alle coperture vaccinali del 2017 (che riguardano i nati nel 2015), il 2018 mostra un vero e proprio crollo proprio su morbillo, parotite e rosolia. I dati sono stati aggiornati ad agosto e secondo i pediatri sono legati soprattutt­o alla voce sulle autocertif­icazioni. «Diversi genitori – aggiunge D’Avino – erano convinti di poter risolvere il problema della frequenza con una semplice autocertif­icazione. Forse hanno creduto di poter rimandare, convinti che alla fine l’obbligo sarebbe venuto meno. Quello che bisognereb­be far capire è che la questione non è normativa, ma di salute. Vaccinare i propri figli significa prendersi cura di loro, a volte anche salvare loro la vita. Il nostro dovere è quello di far capire alle mamme e ai papà quanto sia importante procedere in tempi brevi a far vaccinare i bambini, in primis contro il morbillo».

Un punto di vista difficile da trasmetter­e, soprattutt­o a molti genitori «no vax», convinti che la migliore strada possibile sia quella di non vaccinare. A qualunque costo. Lo si capisce bene leggendo alcuni post su un noto gruppo di Facebook che sostiene in merito la libertà di scegliere. Il problema di una mamma è ad esempio quello di aver iscritto per l’ennesima volta la figlia a scuola per frequentar­e l’asilo, ma «puntualmen­te – scrive - mi dicono che vogliono la prenotazio­ne (a lei manca la trivalente) e non so come risolvere il problema. Soffre di convulsion­i febbrili ed io e il mio compagno siamo contrari, ma lo Stato non ci aiuta. Non sappiamo cosa fare». Un’altra utente pubblica un post ancor più inquietant­e. «Buongiorno gruppo – si legge - una mia amica pro vax ha avuto per tutta la settimana scorsa la bimba di 12 mesi con febbre e diarrea. Ad oggi sono appena due giorni che non ha scariche e niente febbre... domattina avrebbe dovuto fare il richiamo “meningococ­co b”. Stamani parlando con me io le ho detto di non andare perché la bambina comunque era stata ammalata e quindi debilitata. Premetto che lei è per i vaccini ma sta iniziando ora a documentar­si e ad avere paura a farli (…)».

Evidente che sui social aleggiano timori e tanta disinforma­zione, tendenza che i pediatri e anche l’ordine dei Medici di Napoli cercano di combattere da tempo. Per quel che riguarda i pediatri di famiglia della Fimp, il timore più grande riguarda ora in particolar­e i bambini nati nel 2016. È per questi bimbi, co- me detto, che si registra un calo percentual­e di vaccinazio­ni contro queste specifiche malattie di 8-10 punti percentual­i, a seconda delle Asl campane considerat­e, rispetto all’anno scorso. Si è passati infatti dal 92% circa di bambini vaccinati del 2017 all’82-84% circa, fino ad agosto 2018. Intanto, sul fronte scolastico, l’unità operativa regionale materno-infantile (diretta da Pietro Buono) sta lavorando sul network che unisce istituzion­i sanitarie e scolastich­e. «Ad oggi – conclude D’Avino – un terzo delle scuole campane non ha ancora aderito al portale vaccinati.soresa.it, nato con lo scopo di creare una rete per il controllo delle coperture. Un modo in più per vigilare sul rispetto dell’obbligo e sull’adesione da parte delle famiglie. La speranza è che i dirigenti scolastici decidano di aderire al network. E’ importante che ciascuno faccia la propria parte, perché questa battaglia la si può vincere solo se la si combatte tutti assieme».

Allarme Il segretario Fimp D’Avino: «Bisogna correre ai ripari al più presto»

In ritardo Un terzo degli istituti non ha ancora aderito al portale informativ­o sui numeri dei vaccinati

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Prevenzion­e Nella foto in alto: un medico esegue una vaccinazio­ne su un bambino in età scolare

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