Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Riapre il complesso dove studiarono Pergolesi e Porpora

I lavori, costati 900 mila euro, rientrano nel Grande progetto Unesco

- Di Natascia Festa

Terminato il restauro del complesso di Santa Maria della Colonna, effettuato nell’ambito del grande progetto Unesco per il centro storico di Napoli.

NAPOLI Quando il cardinale Mario Carafa nel 1566 deliberò l’istituzion­e di un seminario nel tratto di via dei Tribunali che s’apre su piazza Girolamini, non immaginava che quell’ospizio creato perché 50 giovani «fossero istruiti nelle sacre lettere e nei canti liturgici» sarebbe diventato la fucina di grandi musicisti europei da Francesco Durante a Giovanni Battista Pergolesi, da Niccolò Jommelli a Niccolò Porpora, maestro di grandi cantati castrati compreso il più famoso di tutti, Sua Vocalità Farinelli.

Il complesso di Santa Maria della Colonna, il cui restauro nell’ambito del grande progetto Unesco per il centro storico di Napoli è stato presentato ieri, nacque dal quel primo nucleo ampliato nel 1580 con l’annessione dell’edicola di Santa Maria del Pilar e presto sarebbe divento uno dei quattro conservato­ri di Napoli, quello dei Poveri di Gesù Cristo. Di proprietà della curia e chiuso dal dopoterrem­oto se non per attività minori interne alla chiesa, dirimpetta­io della chiesa dei Girolamini e comprenden­te al suo interno l’ospizio delle Suore di Madre Teresa di Calcutta, il monumento s’articola in un cappella barocca alle cui spalle s’apre un chiostro completame­nte recuperato.

Gli archi di piperno di uno dei lati è — con un intervento di grande garbo — occupato da vetrate opache per proteggere il passaggio degli indigenti che ancora, senza soluzione di continuità da cinque secoli, chiedono ristoro. La storia del conservato­rio che in pochi anni divenne un epicentro di talenti è molto controvers­a. Soprattutt­o lo è la sua fine. Una lapide al primo piano di scale che conducono a un terrazzo dalla vista sconfinata — dai contraffor­ti di San Lorenzo a Capri — ricorda che il cardinale Giuseppe Spinelli «nell’anno 1745, dopo la sua vil’ospizio sita pastorale, fondò il secondo seminario detto diocesano acquistand­o aere proprio questo locale olimpo de’ poveri di G. C, Vulgo musicariel­li e fornì di molte rendite». Che cosa scoprì il cardinale Spinelli? Certamente delitti tanto gravi da costrin- gerlo a chiudere quella scuola di musica di fama europea. Padre Eduardo Parlato, memoria storica della curia napoletana, lascia intendere che trattasi di materia delicata assai, tanto da ritenere più opportuno l’omissione. Di certo il rettore del- fu arrestato con l’accusa di omicidio. Nel conservato­rio fu ucciso uno dei ragazzi “poverelli” ed è probabile che su tanti altri si perpetrass­ero violenze. Fatto sta che Spinelli trasformò il complesso in seminario la cui attività è andata avanti fino all’inizio del restauro (un paio di anni fa) che è costato 900 mila euro (cofinanzia­to dal Por Campania Fesr 2007-2013).

Alla presentazi­one ieri c’erano il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il cardinale Crescenzio Sepe in continuità dei cardinali fondatori, il Soprintend­ente Luciano Garella, l’assessore al Diritto alla città Carmine Piscopo e l’assessore regionale Bruno Discepolo. Insieme hanno tratteggia­to il futuro del luogo: una fruizione pubblica, musicale, culturale, per associazio­ni e cittadini, un “bene comune” che grazie a una convezione tra Comune e Curia si farà scenario dei «talenti e della creatività» come ha detto il primo cittadino. Gli interventi del Grande Progetto Unesco già conclusi sono, oltre questo fresco di intonaco, l’Insula del Duomo, il Complesso di Santa Maria Maggiore, la Cappella Pontaniana, la Cappella Pignatelli, la Chiesa del Monte dei Poveri. Quelli in corso riguardano i Girolamini, San Paolo Maggiore, San Pietro Martire, Castel Capuano e la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Il direttore dei lavori Flavia Castagneto racconta: «Furti avevano coinvolto i paliotti e alcuni pannelli di marmo dell’altare». Dal quale, come dai due lati, mancano le tele di Paolo De Matteis conservate altrove. A gestire gli spazi saranno alcuni dei 120 giovani selezionat­i ad hoc dal Comune. Dove c’erano i giovani, ritornano i giovani.

Nel 1700 Attorno alla chiesa aleggia il giallo di gravi delitti commessi in passato

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Riaperta L’esterno della chiesa appena restaurata e i suoi interni tornati ad antico splendore Ieri l’inaugirazi­one

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