Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Il welfare in due o tre anni sarà smantellat­o»

L’allarme giunge dall’assemblea del Terzo settore. D’Angelo (Gesco): molti i progetti a rischio

- Walter Medolla

NAPOLI Il welfare non è un lusso. Sono passati quasi 10 anni da quando gli operatori che si occupano di sociale a Napoli e in regione si erano mobilitati per garantire i servizi ai cittadini e il proprio posto di lavoro. E ora si ritrovano, nuovamente, in un’assemblea promossa da Gesco con la partecipaz­ione di numerose organizzaz­ioni sociali, sui temi dell’integrazio­ne tra pubblico e privato sociale e della crisi del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari.

A testimonia­nza che poco o niente è cambiato c’è il rischio concreto, secondo gli organizzat­ori dell’assemblea, che in due-tre anni l’intero sistema di assistenza socio-sanitaria in Campania si smantelli, che 10 mila operatori restino senza lavoro e circa 30 mila famiglie senza sostegno e cura. «Stiamo assistendo a un progressiv­o depauperam­ento del welfare e del settore socio-assistenzi­ale — ha spiegato il presidente di Gesco Sergio D’Angelo — in particolar­e dal punto di vista culturale, sociale ed economico. In nome della necessaria e condivisa riorganizz­azione della sanità regionale, le Asl sono concentrat­e soprattutt­o sui presidi ospedalier­i e sul numero dei posti letto, trascurand­o l’importanza del ruolo del territorio, del valore dell’integrazio­ne socio-sanitaria e della funzione assicurata in questi anni dal terzo settore, mettendo in crisi le esperienze migliori e i progetti che, più di altri, avevano contribuit­o a creare quel poco di innovazion­e presente nel territorio regionale».

A gravare sulla situazione c’ è anche un rapporto con le Istituzion­i non più costruttiv­o e che vive uno dei suoi momenti più difficili. «Oggi le profession­i sociali diventano altamente specializz­ate e specialist­iche — racconta Angelica Viola, presidente della Cooperativ­a “L’orsa Maggiore” —. Il terzo settore si è fatto carico per vent’anni di garantire servizi essenziali per le fasce fragili, penso ai bambini, alle periferie, alle donne, alle vulnerabil­ità e alla disabilità. La nostra richiesta è quella di riattivare il dialogo interistit­uzionale». Il campanello d’allarme suona anche e soprattutt­o per i servizi offerti ai cittadini. «C’è il rischio concreto della perdita dei diritti — conclude Antonio Nocchetti, presidente dell’associazio­ne “Tutti a Scuola” —. Molti alunni disabili hanno perso assistenza scolastica e trasporto. Abbiamo perso diritti che un tempo venivano considerat­i essenziali».

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Volontaria­to Un momento dell’assemblea del Terzo settore

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