Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Blitz della Finanza all’Asl Na1
Controlli antiassenteismo, ispezionata la direzione generale Al vaglio presenze, piani-ferie e malattie di tutti i dipendenti
NAPOLI Un vero e proprio blitz antiassenteismo ha creato scompiglio negli uffici dell’Asl Napoli 1 Centro nella giornata di giovedì. Di buon mattino gli uomini della Guardia di Finanza e alcuni funzionari del ministero della Salute hanno bussato alle porte della direzione generale dell’Azienda sanitaria locale più grande d’Europa. Il motivo? Acquisire notizie su presenze, ferie e malattie di tutti i dipendenti, sia per la giornata in corso, sia per i mesi precedenti.
Gli uomini delle Fiamme gialle, inviati dal ministero della Salute, hanno anche fatto dei controlli a campione in due degli uffici della direzione generale. Un’ispezione meticolosa durata sino al tardo pomeriggio, della quale al momento non si conoscono ancora i risultati. Dal canto il direttore generale Mario Forlenza ha approfittato dell’occasione per ribadire le difficoltà incontrate dai suoi uffici
sul tema dell’installazione di marcatempo con impronte digitali. Difficoltà delle quali il Corriere del Mezzogiorno si è occupato in esclusiva la scorsa settimana, rivelando lo stop arrivato dal Garante a causa del nuovo regolamento europeo sulla privacy.
Va detto che la battaglia dell’Asl per l’installazione dei nuovi marcatempo è tutt’altro che finita, Forlenza ha infatti annunciato di voler sollecitare il Garante affinché arrivi una pronuncia definitiva e chiara. Una richiesta legittima, anche perché in Campania sono diverse le strutture che hanno già ottenuto parere favorevole e sono dunque passate al nuovo sistema. Alla base della decisione di usare le impronte, due dei principali scandali per la sanità campana degli ultimi 10 anni. La cricca dei furbetti del cartellino al Loreto Mare, prima, gli arresti al Capilupi di Capri, poi, hanno convinto i vertici Asl a imprimere una svolta.
Ben più complessa sarà la partita che il direttore generale Forlenza dovrà giocare per poter procedere, come annunciato prima dell’estate, sul tema delle body e delle dash cam riservate al personale e ai mezzi del 118. In questo caso l’esigenza è quella di limitare i fenomeni di aggressione e riuscire ad identificare i trasgressori, ma è evidente che nel mezzo c’è la privacy dei pazienti. Su quest’ultima iniziativa pare che anche in Asl ci sia scetticismo, del resto già in molte altre realtà si è cercato di realizzare questo sistema sbattendo inesorabilmente contro leggi e regolamenti.