Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Operaio morto a Pozzuoli, avvisi di garanzia in arrivo
All’uomo era stata diagnosticata una sciatica, ma i medici non si erano accorti che aveva un’infezione
NAPOLI Per il momento l’accusa di omicidio colposo è contro ignoti. Ma presto, una volta depositate le perizie disposte dalla Procura, per i medici e gli infermieri che hanno rifiutato i soccorsi a Giuseppe De Rosa, l’operaio curato per una sciatica e morto probabilmente per un’infezione da streptococco, potrebbero arrivare gli avvisi di garanzia. I pm (le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio) vogliono essere certi delle cause della morte; di qui i quesiti posti ai tre consulenti tecnici: il dottor Alfonso Maiellaro, medico legale; il dottor Oscar Nappi, anatomopatologo, e il dottor Alberto Ruggiero, internista. Ma a sbilanciarsi verso l’infezione da streptococco erano stati gli stessi medici dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove finalmente il 21 agosto, dopo tre richieste di ricovero rifiutate, De Rosa venne ricoverato.
Se le perizie (e in particolare quella istologica) confermeranno la diagnosi, probabilmente i magistrati procederanno a iscrivere nel registro degli indagati tutti quelli che, nel corso della settimana tra il 14 e il 21 agosto, curarono Giuseppe De Rosa per una sciatica senza ricoverarlo e senza sottoporlo ad esami adatti per comprendere quale fosse la sua patologia: il personale dell’ospedale San Giuliano di Giugliano, dove l’operaio edile andò il 14 agosto, quando avvertì i dolori alla schiena e alle gambe; quello dell’ambulanza, che il 17 agosto rifiutò di portarlo in ospedale, e quello del Santa Maria delle Grazie, che ancora il 19 agosto lo congedò assicurandogli che aveva solo un’infiammazione del nervo sciatico; quello della guardia medica, che il giorno successivo ingiunse a De Rosa e alla moglie di non chiamare più per cose banali.
La storia dell’operaio, che aveva 48 anni e viveva a Qualiano, ha suscitato profonda commozione non solo tra i suoi amici e conoscenti, che giovedì scorso gli hanno dato l’ultimo saluto nella chiesa di Santa Maria Immacolata, ma anche tra quanti hanno letto la notizia su giornali e siti.