Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Soccavo, «stesa» davanti ai ragazzini «Ostaggio dei clan, Salvini venga qui»

Spari contro la casa di un pregiudica­to mentre passava un gruppo di adolescent­i Giannalavi­gna (Municipali­tà): «Napoli non è solo il Centro, qui niente telecamere»

- Fabio Postiglion­e

NAPOLI Il terrore è ancora vivo negli occhi di un gruppo di ragazzini poco più che adolescent­i. Da pochi minuti erano arrivati in viale Traiano da via Piave, dove avevano giocato a calcetto. Si stavano avviando in gruppo, come fanno per due volte a settimana verso casa quando sono rimasti impietriti davanti alla violenza cieca della camorra che si è palesata innanzi ai loro occhi come se fosse una scena di «Gomorra».

Dieci colpi di pistola, una raffica di proiettili che ha scosso la quiete dell’intero rione. Proiettili di una calibro 7,65 esplosi da un uomo affacciato dalla portiera di un’auto che ha rallentato fino a fermarsi davanti a un cancello di via Nerva, nel cuore di Soccavo.

Nel mirino è finito un pregiudica­to della zona che ha precedenti per traffico di sostanze stupefacen­ti, ma i bossoli oltre ad essersi conficcati nel suo balcone al terzo piano, hanno raggiunto anche altri ballatoi.

Poteva finire veramente male se uno di quei proiettili avesse oltrepassa­to le finestre. È successo più volte e solo il caso ha evitato il peggio. La paura è stata tanta e non è la prima volta che la zona vive momenti drammatici come quelli vissuti l’altro ieri sera poco dopo le 22.30. Le chiamano «stese» ed è diventata una vera e propria emergenza, tanto che martedì il Consiglio superiore della magistratu­ra, nel suo ultimo plenum del mandato che terminerà la settimana prossima, ha scelto proprio Napoli per firmare una delibera in tema di devianza minorile e criminalit­à.

A Napoli e provincia sono state poco meno di cinquanta le sparatorie messe a segno da bande di ragazzi, quasi tutti appena maggiorenn­i, che impugnano armi e fanno fuoco all’impazzata tra i vicoli: in aria, verso le case, le saracinesc­he dei negozi o nelle auto in sosta. Cercano così di imporre la propria presenza sul territorio. Ed è successo anche ieri sera.

A Soccavo un’auto di colore scuro è arrivata a folle velocità in via Nerva. Di fronte, nei pressi dei giardinett­i di viale Traiano, passeggiav­a un gruppo di ragazzini che tornava a casa dopo una partita di calcetto. Due volte a settimana dai campetti di via Piave a Soccavo.

«Sapere che c’erano quei ragazzini in giro fa ancora più paura ed è allarmante a tal punto che mi sento di chiedere, a nome di tutti, l’intervento del Governo, della Prefettura. Invito il ministro Salvini a venire a Soccavo - dice con decisione Lorenzo Giannalavi­gna, dal 2016 presidente della Municipali­tà - Via Nerva è una strada di passaggio e tutti sarebbero potuti diventare vittime di quell’agguato. Siamo bersagli mobili e la soglia di sicurezza si è molto abbassata. Nessuno di noi si sente al sicuro».

Eppure, spiega il presidente, non ha mai sentito di un progetto per la videosorve­glianza nella zona occidental­e della città o in periferia. «Vorrei ricordare che Napoli non è solo il Centro, la nostra sofferenza è latente e bisogno intervenir­e», conclude. Gli agenti delle Volanti hanno repertato i bossoli e cercato di capire chi fosse il destinatar­io dell’intimidazi­one. La traccia investigat­iva è molto chiara e punta direttamen­te ai mancati accordi per la spartizion­e dei profitti illeciti derivanti dallo spaccio di sostanze stupefacen­ti.

La zona di Soccavo a livello criminale ha problemi «struttural­i» perché se da un lato ci sono i vigili, storicamen­te radicanti in via Vicinale Palazziell­o, dall’altro ci sono invece gli uomini del clan Grimaldi cosca i cui esponenti di punta vivono invece in via del Monti dove i primi di settembre hanno fatto fuoco di notte per nove volte.

Insomma, in quel fazzoletto di asfalto che collega le due arterie potrebbe nasconders­i il movente che ha innescato l’ultima stesa. Elemento non trascurabi­le, poi, il fatto che pochi giorni prima di Ferragosto sia stato scarcerato per fine pena il ras Alfredo Vigilia junior, alias «Alfredino», figlio del capoclan Alfredo.

Siamo bersagli mobili, nessuno di noi si sente più al sicuro Il ministro ci aiuti

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