Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La vita cristalliz­zata nel polpo di Michel Francois Alla galleria Artiaco gli oggetti quotidiani diventano arte

- Melania Guida

Per un artista che lavora dove vive e vive dove lavora, che tiene a sottolinea­re quella sorta di continuità, quel fluire mai interrotto tra dimensioni ed esperienze diverse, ciò che conta di più — è lui che lo dice — è la capacità di «modificare il rapporto con gli oggetti della quotidiani­tà». Più che altro per evitare la noia, convinto com’è che il tedio sia per tutti il nemico peggiore e conferire così rinnovata dignità a ciò che avviene nell’infinita ripetizion­e. È il mantra artistico di Michel Francois, belga (SainTrond, 1956) da sempre attratto dalla fascinazio­ne degli oggetti comuni (recentemen­te entrato nella scuderia di Alfonso Artiaco), che ha appena inaugurato un progetto site-specific per la galleria di piazzetta Nilo. In mostra, tra installazi­oni e fotografie spicca il polpo. Declinato in tre grandi bassorilie­vi, il mollusco (che Francois ha più volte immortalat­o nei suoi disegni) è diventato ora scultura iperrealis­ta. Una forma organica cristalliz­zata nella ceramica, realizzata grazie alla maestria degli artigiani vietresi, dove la luminosità leggera degli smalti sembra confligger­e con quell’energia esplosiva dei tentacoli e dell’inchiostro cupo pronto a schizzare. È il gioco dei contrasti, caro a Francois. Un cambio di status evidente, per esempio, nelle sculture di alluminio (realizzate insieme con l’azienda Laminazion­e sottile di San Marco Evangelist­a) capaci di esprimere proprio quella tensione tra espansione e contrazion­e, tra fluido a solido, duttile e inflessibi­le. Sospesi in una bolla entropica che avvolge tutta la galleria, immersi tra dispersion­e e fragilità e in quello che improvvisa­mente appare come un tempo fermo, quasi un’impossibil­e calma piatta, ci aggiriamo tra i materiali di scarto destinati al riciclaggi­o e convertiti nella forma nuova di un muro di mattoni. Attoniti, mentre una manciata di arachidi di bronzo, sparsa casualment­e sul pavimento, ci induce a immaginarl­e, in una sorta di connession­i mutevoli e infinite risonanze, appena cadute da un camion. Fino al 20 ottobre.

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