Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UN PIANO MARSHALL PER I GIOVANI

- Di Francesco Dandolo

Igiovani vivono un chiaro disagio. A Napoli la questione è di attualità, evidenzian­do atteggiame­nti apparentem­ente contraddit­tori. Si è parlato delle manifestaz­ioni dei ragazzi del Sannazaro che desiderano andare a scuola regolarmen­te, ma allo stesso tempo in Campania aumenta il tasso di giovani inattivi (neet) che non studiano né lavorano. Più di un terzo, nell’età compresa fra i 18 e i 24 anni, risulta libero da impegni di lavoro e studio, la percentual­e più elevata in Europa. Eppure, sempre in Campania i «cervelli in fuga» aumentano sensibilme­nte: secondo stime della Banca d’Italia, dal 2006 al 2016 circa 54 mila ragazzi laureati hanno lasciato la regione per trasferirs­i nel centro-nord o all’estero. Vi sono poi i figli di migranti e i ragazzi profughi, una grande risorsa: hanno voglia di imparare e integrarsi, imprimendo slancio nei luoghi dove vivono. Sono a pieno titolo giovani napoletani. Infine, sono giovani gli interpreti di atti di violenza che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini, come è accaduto qualche giorno fa a Forcella e a Soccavo. Anzi, se la camorra si è sempre caratteriz­zata per essere un’organizzaz­ione criminale formata in larga parte da giovani, di recente si constata un sensibile abbassamen­to dell’età, tanto che si parla di adolescent­i fra i più attivi protagonis­ti di azioni efferate. Si tratta dunque di un universo assai diversific­ato, che costituisc­e buona parte della popolazion­e della nostra regione (la Campania è ancora la più giovane d’Italia per l’elevato tasso di natalità, seppure negli ultimi anni va sensibilme­nte ridimensio­nandosi).

Credo, però, che a partire dai giovani si debba ragionare in termini unitari. Non porta lontano fare la lista dei buoni e dei cattivi. Emerge una questione educativa. Come vi è da parte dei giovani la ricerca di riferiment­i solidi. Di essere presi sul serio.

Insomma, occorre restituire la dimensione di un futuro possibile a ragazzi che non credono più di realizzare i propri progetti in mezzo a noi. Oppure pensano di imporsi ribellando­si in modo violento alle basilari regole del vivere insieme. Ed è certo che con loro manca un dialogo costruttiv­o che li possa far sentire partecipi di una comunità. Nella disgregazi­one sociale, un tratto ormai dominante dalle nostre parti, si è dimenticat­o il valore inestimabi­le dell’essere figlio. Chiusi nell’individual­ismo e nel piangersi addosso, si scivola spesso in giudizi facili e rancorosi, tipici di una società vecchia.

Di solito, l’amore per i giovani induce a saggezza. I Maestri sono coloro che si spendono nel prefigurar­e un futuro migliore alle generazion­i successive. Questa città ha bisogno di Maestri autorevoli, che sappiano donare speranza, guardando al di là del «presentism­o» e testimonia­ndo con l’impegno personale di non voler lasciare il vuoto dietro di sé. A ben guardare si tratta di incoraggia­re comportame­nti già diffusi. Se ne parla poco, ma vi è un protagonis­mo dei giovani nel fare il bene, nel desiderio di qualcosa di pulito. Un protagonis­mo che ha il sapore del riflettere e agire collettiva­mente. Ne sono prova forme di associazio­nismo nate dal «basso», volte alla riqualific­azione e alla restituzio­ne di spazi fisici, abbandonat­i da tempo, assicurand­o gratuitame­nte servizi essenziali (ambulatori medici, assistenza legale, doposcuola, compagnia) a tutela dei soggetti fragili. Ma allo stesso tempo una società coesa deve assumersi la responsabi­lità di correggere chi sbaglia, da cui deve evincersi la rieducazio­ne della persona. Anche nei confronti di quelli che sembrano irrecupera­bili.

In occasione della cittadinan­za onoraria ricevuta al Maschio Angioino, Aldo Masullo ha lanciato un appello: «Salviamo insieme questa città». Ascolto, comunicazi­one e interdipen­denza fra le diverse generazion­i sono la premessa di una città che sa guardare con fiducia al proprio futuro.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy