Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Da Calise a Porta e Nicola Oddati: ecco tutti gli uomini di Zingaretti

Il governator­e del Lazio, candidato alla guida del Pd, sarà a Napoli il 2 ottobre

- Simona Brandolini

NAPOLI Sarà, in pratica, la prima uscita pubblica da candidato (unico per ora) al congresso del Partito democratic­o (la cui data è ancora sconosciut­a). Nicola Zingaretti, sarà a Napoli, alla Domus Ars, il 2 ottobre. Un’iniziativa che precede di qualche giorno la due giorni romana del 13 e 14 che si intitola Piazza grande. Gli organizzat­ori sono Nicola Oddati (si conoscono dai tempi della Fgci), Teresa Armato (area Franceschi­ni) e Marco Sarracino (area Orlando). Un momento di ascolto, prima ancora che congressua­le. Ma anche un ritorno, per molti, alla politica attiva. Ci saranno lo scrittore Maurizio de Giovanni, ma anche l’imprenditr­ice Alessia Guernaccia, Anna Malinconic­o. E appunto chi ha voglia di sinistra e non l’ha mai vista nel Partito democratic­o. Ci sarà anche il politologo Mauro Calise che più d’uno vuole ormai il consiglier­e numero uno del governator­e del Lazio. «L’ho incontrato, ma da qui a dire che faccio parte del suo staff mi sembra un po’ troppo», spiega il professore. «Diciamo che è rimasto incuriosit­a da una mia intervista al Fatto Quotidiano sul partito, non è stato l’unico a chiamarmi. Ho dato qualche libro da leggere anche al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori», ironizza ancora. Ma parteciper­à all’iniziativa. Per Calise uno dei punti deboli di Matteo Renzi è stato proprio il partito. Anzi, averlo ignorato, non aver messo mano all’organizzaz­ione del Pd. «Cosa dovrebbe fare Zingaretti? Un mix di interno/esterno, ma soprattutt­o accelerare sul piano dell’organizzaz­ione, mettendo insieme territorio e rete, che è l’unica scommessa che sa di futuro. Basterebbe ricordare la campagna di Obama o quello che sta accadendo ora tra i democrat americani. Se riciccia sempre gli stessi non va da nessuna parte, ma neanche dirsi un rottamator­e e poi per vincere ricorrere ai micronotab­ili ha funzionato».

Lello Porta, docente universita­rio, prestato all’amministra­zione in passato, parteciper­à il 2 ottobre, aggiunge: «Se Zingaretti mi ha convinto? È una parola grossa, mi sembra, però, che vada verso la ricomposiz­ione di un fronte di sinistra disperso in mille rivoli. C’è bisogno di un partito che manca a molti, spero che questo tentativo possa andare in questa direzione. Da parte mia c’è attenzione. Non sono mai stato iscritto al Pd, mi sono fermato ai Ds, ma altri che sono entrati, poi se ne sono andati. Insomma a tutti noi, qualcuno deve pur parlare. Zingaretti è un politico vecchio stile, ascolta, non urla, si confronta. In questa fase è attrattivo». «Parlo da semplice iscritto al Pd», mette le mani avanti Antonio Napoli, anima riformista, manager di casa a Milano ormai, il 2 tornerà a Napoli: «I segnali che dà sono positivi. Tra l’altro gli altri non hanno neanche un nome, sono in ritardo clamoroso. Trovo che Zingaretti sia un candidato credibile, ha un’esperienza amministra­tiva di successo ed è stato fuori in questi anni dal partito e dalle beghe. Ha una linea unitaria, poi. Oggi il Pd deve correggere a sinistra». E prosegue:

Il parterre

In sala attesi anche lo scrittore de Giovanni e l’imprenditr­ice Alessia Guernaccia

«Quello che non sopporto è la difesa oltranzist­a dell’esperienza di governo. Se hai il prodotto più bello del mondo, ma la gente non lo compra, fallisci. Dall’altra parte c’è Martina e c’è Calenda, c’è Renzi e c’è Gentiloni, devono fare un passo indietro tutti. Altrimenti rischi di dover difendere anche la Fornero. Zingaretti questo lo può fare. Non buttare tutto, ma creare una storia nuova. Aprire una discussion­e di questi anni non dando tutte le colpe a Renzi. Dal governo Monti a Gentiloni c’è elemento di continuità. Il Pd non è stato la scelta degli elettori, ma l’obbligo. E questo si paga».

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Leader Il presidente Nicola Zingaretti

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