Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Città Metropolitana, ora Dema si allea con Pd e Fi Solo M5S rifiuta le deleghe
Ex Provincia, l’ex pm insieme al «patto del Nazareno»
Se il Patto del Nazareno è saltato a Roma, alla Citta metropolitana di Napoli Luigi de Magistris riesce a riunirlo facendoci maggioranza assieme. Ne viene fuori un accordo a tre, Dema-Fi-Pd, che guiderà Palazzo Matteotti fino a fine mandato, con il solo Movimento Cinquestelle all’opposizione.
Un patto blindato, sancito con il conferimento di deleghe che Luigi de Magistris ha rimescolato ieri, assegnando soprattutto a uomini del Pd tutti i ruoli chiave: lavori pubblici, urbanistica, trasporti, fondi comunitari e nazionali. Anche a Forza Italia sono toccati compiti delicati: dalla delega al bilancio a quella del patrimonio, passando per l’ambiente e la protezione civile. Devono accontentarsi invece gli uomini di Dema, eletti con il listone unico «Con de Magistris sindaco per la Città metropolitana».
Anche se al partito del sindaco di Napoli, che presiede per legge l’assemblea della città metropolitana, è toccato nuovamente il vicesindaco, Salvatore Pace.
Una volta ancora dice «no, grazie», il Movimento Cinquestelle, che resta fuori dall’accordone che tiene tutti dentro e rinuncia alle deleghe, con Francesco Capasso che rimarrà a fare sostanzialmente l’unico consigliere all’opposizione. In sostanza, Capasso segue la linea dei consiglieri pentastellati del Consiglio comunale di Napoli che hanno rinunciato a qualsiasi presidenza di commissione al Comune di Napoli. Ciò anche a dimostrare che nono sembra, almeno per ora, esserci qualsiasi forma di dialogo con il primo cittadino napoletano, men che meno in vista delle Europee del 2019 e delle Regionali del 2020, quando de Magistris intenderebbe presentarsi come candidato presidente. Evidentemente, a questo punto, sostenuto anche da un pezzo del Pd. Non va dimenticato inoltre che, proprio il Pd, aveva accettato fin da subito le deleghe assegnate da de Magistris per la gestione della ex Provincia di Napoli. Di tutt’altro segno, ovviamente, la lettura che dà il sindaco: «Come avevamo annunciato è nostra intenzione proseguire nella direzione di migliorare la nostra azione strategica per lo sviluppo e la crescita del territorio. Nonostante i limiti imposti dalla Legge Delrio, che non consente di creare maggioranza ed opposizione, ma grazie al contributi di tutti consiglieri prosegue la nostra azione per il raggiungimento degli obiettivi strategici che ci siamo preposti. Infatti, con la nuova organizzazione che abbiamo approvato, che vede la partecipazione quasi unanime del Consiglio Metropolitano, siamo certi di ottenere risultati ancora migliori di quelli raggiunti in questi anni». Ed ancora: «I consiglieri delegati da me indicati saranno chiamati a collaborare con il sindaco e a lavorare affinché si possa continuare a dare risposte concrete ai cittadini dei Comuni della Città Metropolitana, che tra l’altro hanno amministrazioni con colori politici differenti». Per de Magistris «ci sono immediati obiettivi strategici da portare a termine — ha concluso — che necessitano il contributo di tutte le forze presenti in consiglio tra questi, come la gestione del Piano Strategico e il riordino del sistema di trasporto pubblico locale».
Ecco quindi le nuove deleghe assegnate da de Magistris: Salvatore Pace, vicesindaco; Giuseppe Cirillo, Trasporti; Nicola Pirozzi, lavori pubblici; Giuseppe Jossa, Urbanistica; Giuseppe Tito, Piano Strategico e fondi comunitari e nazionali; Michele Maddaloni, Grande Progetto Pompei e Parco Nazionale del Vesuvio; Felice Di Maiolo, Protezione civile; Francesco Cascone, Ambiente; Katia Iorio, Sport; Vincenzo Carbone, Bilancio; Antonio Caiazzo, Patrimonio; Rosario Ragosta, Agenda digitale; Raffaele Lettieri, stazione unica appaltante; Elena Coccia, Cultura e turismo; Elpidio Capasso, società partecipate; Francesco Iovino, Personale; Domenico Marrazzo, Scuola; Raffaele Cacciapuoti, strade; Carmine Sgambati, Polizia metropolitana; Paolo Tozzi, sicurezza coste.
Le strategie
Da Pace a Lettieri: gli incarichi assegnati ai consiglieri fino a fine mandato