Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sicurezza, Minniti in aiuto di De Luca

L’ex ministro dell’Interno: «Abbiamo lasciato la nostra gente sola e nella paura» Il presidente della Regione: «Sono venti anni che invoco una legge più rigorosa»

- Angelo Agrippa

NAPOLI È nato prima lui salviniano che lo stesso Salvini. E ne è orgoglioso, il presidente della Regione Vincenzo De Luca. «Sono vent’anni che spiego a tutti che la sicurezza è una questione essenziale, che riguarda in primo luogo la povera gente che vive nei quartieri — ha affermato il governator­e —. Sono vent’anni che seguiamo una politica che ha due facce inscindibi­li, quella della solidariet­à e quella del rigore verso chi viola le leggi. In particolar­e, la sicurezza urbana richiedeva da anni, e richiede ancora, nuove leggi più efficaci. La condizione reale dei cittadini, alle 9 di sera, è quella di sentirsi completame­nte abbandonat­i. Difendere i valori umani fondamenta­li. Difendere la sicurezza dei nostri figli. Continuere­mo a muoverci così, senza demagogia e senza ideologism­i».

E se è vero che il segretario nazionale del Pd, Maurizio Martina, è dovuto intervenir­e per difendere la «comunità» dei democrat dalle accuse che De Luca spara ormai tutti i giorni a mitraglia contro «gli imbecilli» del Partito democratic­o, responsabi­li, secondo lui, di non aver mai fatto nulla per la sicurezza dei cittadini, ora è l’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, a tendere una mano al presidente della giunta regionale.

«Il problema non è essere più o meno imbecilli — ha commentato nel corso di una intervista radiofonic­a — ma comprender­e che la sconfitta del 4 marzo chiede alla sinistra una riflession­e su quello che non ha funzionato. Per me abbiamo perso perché si è verificata una rottura sentimenta­le con un pezzo grande del popolo italiano. Noi non dobbiamo parlare con l’Italia immaginari­a che abbiamo nella testa, ma con l’Italia che non ci ha votato. Altrimenti la partita è persa».

Partita che si gioca contro un governo che vira a destra, secondo l’ex responsabi­le del Viminale, dato «che ha sposato una strategia della tensione comunicati­va. Penso che la rabbia e la paura siano due sentimenti e che la sinistra abbia sbagliato a non ascoltarle, ma il governo asseconda e alimenta tutto ciò, lo cavalca invece di lavorare per liberare la gente dalla rabbia e dalla paura. Abbiamo lasciato sole queste persone, non abbiamo dato una risposta alla loro paura. Penso che la sinistra riformista debba stare accanto alle persone che hanno paura, che spesso sono i ceti più deboli della società».

Ed è proprio ciò che va ripetendo De Luca che ora guarda soprattutt­o all’ultima udienza del processo per la costruzion­e del Crescent che sarà celebrata venerdì prossimo. L’attesa è per un verdetto carico di incognite sul futuro. Il Pubblico ministero ha chiesto una condanna a 2 anni e 10 mesi per l’attuale governator­e. Il presidente della Regione è imputato per falso ideologico, abuso d’ufficio e reati urbanistic­i. In caso di condanna di primo grado sarà applicata la legge Severino, quindi scatterà la sospension­e per De Luca. L’iter prevede, secondo i costituzio­nalisti, che spetti alla cancelleri­a del Tribunale dare comunicazi­one del provvedime­nto giudiziari­o al prefetto di Salerno, il quale ne dà a sua volta comunicazi­one al presidente del Consiglio dei ministri. È quindi il governo a varare il provvedime­nto di sospension­e della durata di diciotto mesi. La decisione verrebbe nuovamente comunicata al prefetto e, da questi, al consiglio regionale della Campania per l’adozione dei «conseguent­i adempiment­i». Tuttavia, restano incerti i tempi entro i quali potrebbe chiudersi l’iter procedural­e.

Nel frattempo, le funzioni del governator­e passerebbe­ro al vice, Fulvio Bonavitaco­la, sebbene secondo quanto trapela da ambienti vicini alla giunta, De Luca preferireb­be che a sostituirl­o fosse l’assessore alla Sicurezza, Franco Roberti, procurator­e nazionale Antimafia fino al suo pensioname­nto nel 2017 e prima procurator­e della Repubblica di Salerno, vale a dire lo stesso ufficio giudiziari­o che ha sostenuto le accuse nei confronti del governator­e.

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IIn caserma Vincenzo De Luca cena con i militari a San Giorgio a Cremano

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