Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Castel Volturno, aria da Oscar Il sindaco: ma ne usciamo a pezzi
Dimitri Russo: felici dei film d’autore, però si parla solo di degrado
Dogman e prima Gomorra, il film, ma anche Mozzarella stories, Indivisibili, Perez. Hanno tutti un luogo in comune, o meglio un non luogo, Castel Volturno. Scenario apocalittico o asettico, inferno in terra o degradato deserto. L’ultimo film di Matteo Garrone, liberamente tratto dalla storiaccia del «canaro» della Magliana, è stato girato in quello sgarrupato complesso turistico che assomiglia ormai a una suburra. Concorre per l’Italia agli Oscar, scelto tra una ventina di titoli.
Garrone è di casa a Castel Volturno, come lo è un altro talentuoso regista Edoardo De Angelis. «Bravi, bravissimi, ma che imbarazzo per noi, ogni volta riscoprirci brutti, sporchi e cattivi. Ma per l’arte e a artisti veri come Garrone e De Angelis mettiamo a disposizione il territorio. Anche se tutto avviene sulla nostra pelle». Dimitri Russo è l’eretico sindaco di Castel Volturno. Democratico d’elezione, indipendente per temperamento e scelta. Opera e parla di una terra che è forzatamente africana perché, è bene ripeterlo ogni volta, ha poco più di 15 mila abitanti e altrettanti immigrati, per lo più irregolari. Un unicum europeo.
«Quando si tratta di film d’autore, soffriamo, ma capiamo. Ma per altre serie, per esempio per Gomorra, ho accettato che girassero a patto che non nominassero mai Castel Volturno. — spiega — Per Dogman ovviamente Garrone ha avuto carta bianca, però comunque ne usciamo con le ossa rotta. I miei amministratori sono arrabbiati. Nessuno che venga a girare in posti bellissimi che ci sono. Siamo marchiati a fuoco, c’è poco da dire».
Ma i film sono un pretesto. Russo è forse il più titolato a parlare di immigrazione, ma raramente qualcuno lo ascolta. Anche perché, sebbene per i suoi concittadini passi per essere il sindaco dei neri, non ha alcun coté buonista. Anche se sulle uscite del governatore Vincenzo De Luca ha idee assai chiare: «Sull’aspetto della sicurezza ha pienamente ragione, ma detta in questo modo sembra che stia sostenendo la tesi di Salvini. Perché è ovvio che ha ragione sulla mafia nigeriana, ma butta tutto nel calderone. Renzi, Minniti e De Luca hanno firmato il protocollo d’intesa per Castel Volturno. La Regione ha messo i soldi. Dicendo che il Pd non ha fatto nulla sta sconfessando il suo lavoro».
Perché se c’è una cosa in cui Russo è molto democratico (nel senso di partito) è l’antisalvinismo. «Da quel poco che ho letto del decreto sicurezza devo dire che nessuna delle cose che dice Salvini è applicabile a Castel Volturno. — spiega il sindaco — Tanti immigrati scelgono Castel Volturno per l’enorme offerta abitativa a basso costo o gratuita (occupazione abusiva) e, soprattutto, per le dimensioni e caratteristiche del territorio che consente loro di muoversi liberamente sul territorio senza alcun controllo. In pratica sono qui perché irregolari. Una delle misure per alleggerire la presenza così massiccia sarebbe quella di regolarizzarne quanto possibili: con un permesso in tasca andrebbero in altri comuni, soprattutto del Nord, per trovare un lavoro e una vita più dignitosa. Ebbene, il nuovo decreto di Salvini prevede l’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari (quello più diffuso) e quindi aumenterà vertiginosamente la presenza degli irregolari che troveranno vantaggioso restare a Castel Volturno. Il decreto, quindi, avrà un effetto perverso per Castel Volturno, attirando irregolari da ogni parte. Questo deve essere chiaro a tutti».
Russo lo dice da anni, è andato anche a Bruxelles a spiegarlo agli euroburocrati, «l’immigrazione è l’effetto o la causa del degrado? L’effetto ovviamente. È l’inquinamento del territorio ad aver fatto scappare tutti i proprietari delle seconde case, sono le scelte urbanistiche scellerate, ad aver portato degrado. Servono bonifiche e riqualificazione. Questa è la ricetta. Pensare di poter cacciare 15 mila persone che vivono ormai da anni in questo territorio è un sogno. Pura demagogia».