Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«L’incremento del turismo è una bolla che esploderà»
«Il numero in crescita dei B&B a Napoli è il segno di una idea semplicistica del lavoro e dello sviluppo, senza professionalità né prospettive». Il docente di Marketing Raffaele Cercola punta il dito contro «una bolla che esploderà a breve».
La domanda per Napoli finirà?
«Da un paio d’anni siamo in una congiuntura favorevole sul fronte del turismo dovuta a fattori politici — che hanno allontanato i viaggiatori da Turchia, Egitto e da alcune capitali europee — che hanno comunque favorito tutta l’Italia. Tendiamo ad essere napolicentrici, dimenticando che Torino ha avuto un incremento di turisti maggiore, ma nessuno se ne vanta. Basta col dire che siamo i più bravi: non è vero».
Ma il brand Napoli quanto vale in assoluto?
«La città incuriosisce. Arrivano turisti decisi a capire se è vero che Napoli non è omologata, se ha effettivamente una forte identità e se è fuori dalle grandi catene internazionali. Ma questi sono fenomeni a finire. La curiosità ha un ciclo di vita breve e le congiunture internazionali pure. E finirà anche questa vivacità di scrittori, blogger e registi pronti a raccontare Napoli. E ci troveremo macerie in mano».
Cosa succederà oltre gli entusiasmi?
«Il problema è che chi sta aprendo B&B compie solo azioni fisiche. Con l’amico architetto mette su un stanze carine e fa leva su una certa propensione ad essere ospitale. Ma fare turismo è altro. È creare una rete, fattori di attrazione. Funzionano le strutture nel centro storico perché i turisti non si scontrano con i servizi di trasporto inesistenti e altri problemi. Ma è chiaro che mancano, non dico le fondamenta, ma finanche una palificazione della ricettività. Molti continuano a comprare case da trasformare in B&B, ma la professionalità dell’accoglienza è altro. Proposi, senza essere ascoltato, di fare un polo scolastico e universitario nella ex Nato per formare manager e lavoratori del turismo. Al momento si rischia che finita questa domanda, notevole, non ci resterà nulla. E questo vale anche per i ristorantini improvvisati e i negozietti fetenti che stanno invadendo la città».