Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Salvini: «I camorristi fanno schifo»
Bagno di folla per il ministro al Vasto e al Plebiscito: «Lotta ai criminali palazzo per palazzo»
«Staneremo i camorristi schifosi casa per casa». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini annuncia un piano per Napoli con 150 uomini in più. In mattinata visita il Vasto. Acclamato anche da alcuni immigrati che si fanno selfie con lui.
NAPOLI Annuncia «l’arrivo di 150 uomini in più tra le forze dell’ordine entro fine anno» e promette battaglia «quartiere per quartiere, via per via, pianerottolo per pianerottolo per liberare Napoli dagli infami schifosi della camorra». Matteo Salvini, nella sua prima da ministro dell’Interno a Napoli, non delude le aspettative di chi attende una scossa contro la criminalità. E al termine della riunione in Prefettura — come precedentemente nella sua tappa al Vasto — in piazza del Plebiscito gli viene tributato un bagno di folla che in genere la città riserva solo ai calciatori dopo una vittoria eclatante del Napoli.
Salvini non si sottrae. Saluta tutti dal predellino della propria auto, poi dribbla la sua scorta e si butta nella folla che lo attende davanti alla prefettura: gli scattano selfie, gli chiedono autografi, viene trattato come una rockstar. «Tornerò anche a novembre e poi ogni mese. Ho chiesto al sindaco, cioè alla città, di indicarmi un quartiere da cui partire con la bonifica. Piano piano, senza promettere miracoli, ma faremo tutto quanto si deve fare», dirà in conferenza stampa. Dove uno dietro l’altro snocciola i problemi che ha recepito al tavolo del comitato per l’ordine e la sicurezza: «La polveriere Vasto, le stese, gli occupanti senza titolo degli alloggi, i parcheggiatori abusivi». Per finire ai ragazzini «che se poi — sono sempre parole del responsabile del Viminale — a 8 anni preparano la droga e a 12 la vendono, siamo di fronte a problemi di camorra molto diversi, che presuppongono che a molti camorristi venga tolta la patria potestà». Il leader leghista si rivolge al suo uomo di punta sul territorio, l’onorevole Gianluca Cantalamessa, in sala insieme con l’altro parlamentare della Lega in Campania, Pina Castiello. Salvini invita Cantalamessa «a puntare sulla qualità delle persone e non sulla quantità, perché ora tutti vogliono passare con noi». Ma è quando gli viene riferito cosa, parallelamente alla sua conferenza stampa, sta dichiarando de Magistris dopo la riunione del comitato in prefettura, che sbotta: «De Magistris dice che non ho preso impegni concreti? Allora al tavolo con me c’era un’altra persona, c’era forse suo fratello. Faccio finta di non aver sentito. Faccio esercizio zen, respiro profondamente e mi rimetto a disposizione della città. Lui si è fatto carico di produrmi 2-3 cambiamenti normativi che mi sono reso disponibile a inserire nel decreto Sicurezza. Più che dare una mano in questo senso, cosa posso fare? Tornerò a Napoli nonostante questo». Non era venuto per polemizzare con il primo cittadino, Salvini, che aveva anche detto che «con de Magistris ho il piacere di lavorare a livello istituzionale». Ma quando poi gli viene ricordato che il sindaco lo ha definito «ministro dell’insicurezza più che della sicurezza», Salvini replica: «Vado oltre il reiterato insulto che mi ha rivolto. Ci sono un milione di napoletani che meritano di più e meglio. Ho il dovere dialogare con chiunque, sbloccare le assunzioni per la polizia locale. A Napoli c’è un debito pregresso di 1,7 miliardi che è un record nazionale. Chi fa il sindaco da 7 anni forse un minimo di responsabilità ce l’ha».
De Magistris, che ha detto di «aspettare ora i fatti» da Salvini, aveva chiesto al ministro «di liberarci dalle gabbie normative per poter subito assumere oltre 150 poliziotti municipali e di poter investire anche per poter assumere maestre, educatori, per avviare attività culturali superando il blocco della spesa, perché queste azioni sono la fonte di prevenzione e cura del malessere sociale e della devianza minorile». Tra le richieste avanzate dal primo cittadino anche «interventi più incisivi per far fronte al problema dei parcheggiatori abusivi» e «l’individuazione di più luoghi per il deposito dei motorini sequestrati e utilizzati per le stese». Qui Salvini si è impegnato a modificare il decreto Sicurezza introducendo la norma che, «se il mezzo non viene dissequestrato dopo due mesi, viene rottamato». Un’apertura importante, quella del ministro. Ma de Magitris gli risponde con un’altra dose di polemica: «Se alcuni nigeriani si fanno i selfie con Salvini chiedendo di mandar via altri nigeriani — dice l’ex pm — tutto ciò testimonia la mia preoccupazione e significa che Salvini ha alimentato il conflitto tra poveri». Alla faccia della «cooperazione istituzionale».