Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Lo studentato è insalubre», sgomberati tutti gli universitari Ma sono lì da oltre cinque anni
Una lettera del ministero svuota la struttura di via Gianturco. Sono 108 i posti letto
Studenti sfrattati dalla residenza universitaria Parthenope in via Gianturco. Motivo? Il ministero per l’Ambiente non garantirebbe la salubrità dei luoghi. In conseguenza, i fuori-sede dovranno trasferirsi in una struttura di proprietà della Fondazione Banco di Napoli a Pozzuoli.
Nulla quaestio se non fosse per il particolare che la residenza di Napoli Est ha ospitato gli studenti per ben cinque anni. Cioè a partire dal 9 settembre del 2013, data dell’inaugurazione. Come riportano le cronache dell’epoca, a tagliare il nastro fu l’allora governatore Stefano Caldoro insieme con il presidente dell’ente per il diritto allo studio Adisu (ora Adisurc) Maurizio Zuccaro.
A far emergere il caso, che ha dell’incredibile, è il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. «È assurdo — attacca l’esponente ambientalista — che, a cinque anni dall’inaugurazione, si è deciso che quella struttura è inadatta a ospitare gli studenti universitari perché il ministero dell’Ambiente, al quale si era rivolta l’Adisurc per un parere, non garantisce la salubrità dell’area, riservandosi di effettuare successivamente ulteriori controlli». Ma non è tutto. «La decisione è arrivata — spiega Borrelli — dopo che il ministero ha pure evidenziato che in quella zona, considerate le attività che si sono svolte, non ultime quelle legate ai carburanti, non si potevano realizzare strutture residenziali, ma solo di tipo commerciale». Se l’allarme del ministero venisse suffragato dal riscontro di analisi specifiche, si renderebbe evidente un altro paradosso: la residenza sgomberata, realizzata sia con fondi Fas sia con altri dell’università Parthenope, rappresenta infatti il punto di avvio di una più ampia opera di riqualificazione dell’ex industria manifatturiera, per il momento, soltanto pianificata.
L’opera dell’Università copre 7 mila metri quadrati, distribuiti su 8 piani. Centottanta complessivamente i posti letto assicurati agli studenti, oltre agli spazi comuni, cioè cucine, sale studio, palestra. A questi si aggiunge un parcheggio di altri 3 mila metri quadrati. La pianificazione della riqualificazione dell’intero ex complesso industriale è molto più articolata. È previsto che i volumi di maggior pregio siano recuperati e ristrutturati, mentre quelli meno interessanti da un punto di vista architettonico vengano demoliti. Mista la destinazione degli spazi. Le funzioni residenziali copriranno un’area di 65 mila metri quadrati, gli spazi commerciali 20.500, all’Università ne saranno destinati 10 mila, al terziario circa 14 mila. E ancora, dovrebbero sorgere anche un centro fitness-spa di 5.5oo metri quadrati e un hotel di 10 mila. Complessivamente la superficie utile lorda è di 125 mila metri.
Alla fine dello scorso anno la giunta guidata da Luigi de Magistris ha approvato il piano urbanistico attuativo relativo all’area dell’ex Manifattura tabacchi di proprietà di cassa Depositi e prestiti immobiliare e la convenzione che garantisce la realizzazione delle attrezzature e delle infrastrutture pubbliche. Dal canto suo la Cassa si impegna nella realizzazione delle opere di urbanizzazione: parcheggi, una struttura per l’istruzione, un mercato al coperto, un parco, verde attrezzato, nuove vie con impianti e sottoservizi. Complessivamente al Comune sarà ceduta un’area di 90 mila metri quadrati per un valore complessivo di 32,9 milioni di euro.
Un piano, in evidente rotta di collisione con lo stop del ministero dell’Ambiente alla destinazione residenziale dell’area. Tornando alla residenza, Borrelli conclude: «È necessario capire chi ha permesso la realizzazione di quella struttura se non c’erano le autorizzazioni necessarie, provocando uno spreco di soldi, chi ha pensato di utilizzarla per gli studenti, e perché nessuno per anni si è posto il problema della salubrità dell’ambiente. Su questa vicenda andremo fino in fondo chiedendo anche alla procura della Repubblica di occuparsene».
Inaugurazione
A tagliare il nastro fu l’allora governatore Stefano Caldoro nel settembre del 2013
Borrelli (Verdi)
«In quella zona non si potevano realizzare aree residenziali, ma solo commerciali»