Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Casse-ticket rotte, per pagare file di un’ora
NAPOLI Scene indegne di un ospedale ieri all’Istituto «Pascale». Guasti — senza alcun cartello di avviso (e nemmeno un tecnico in vista) — i tre mamozi, ovvero i rossi avveniristici macchinari nelle cui fessure — quando si riesce a farli funzionare obbedendo alle prescrizioni che appaiono sullo schermo — bisogna infilare i moduli con i codici a barre per poter pagare i ticket.
Ieri mattina tutte e tre le grandi macchine rosse sistemate al pianoterra del Day hospital e di cui è responsabile il vicino sportello 4977 del Banco di Napoli, erano fuori uso. Le prime due (codici 26577 e 25780) fin dall’alba, la terza (codice 26569) per la verità ha funzionato fino alle 11 ma in modo decisamente sadico: ad ogni tocco di schermo apparivano gli ordini, ma alla fine tutto si bloccava, per poi riprendere una volta ripetuto tutto il procedimento ma con identica conclusione negativa. Le operazioni ingannevoli facevano durare fino a 15 minuti la sosta disperata davanti a quell’unico macchinario, solo apparentemente funzionante, facendo allungare a dismisura la fila dei pazienti e parenti in attesa. Minuti disperanti da sommare a quelli già trascorsi in Accettazione (dove per la verità gli operatori sono rapidi e cortesi ma la folla è sempre molta). Proteste, nessuno che senta il dovere di intervenire se non altro per segnalare i guasti, finché qualcuno riesce a far intervenire il medico addetto ai rapporti e ai reclami, e a quest’ultimo non resta che indirizzare tutti alla sede del Banco di Napoli, sempre al pianoterra, in fondo al corridoio.
Dove tre sportelli sono chiusi, solo uno è con operatore, costretto non solo a fronteggiare gente notevolmente e giustamente indignata, ma anche a compiere una serie di operazioni manuali, che richiedono non meno di 7-8 minuti per ciascun utente. Ieri mattina l’attesa media nelle suddette file (Accettazione, macchine guaste e Banco di Napoli) è stata di oltre un’ora. Per pagare, non per ricevere soldi.