Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pace: «Diffuse molte fake news C’è chi vuole solo provocare»
«Lo striscione di stamattina
NAPOLI è l’ennesima provocazione. La scolaresca l’ha presa male, per me non è stata una sorpresa anche se non ne avevo, ovviamente, alcun preavviso. Molti genitori hanno proposto la mobilitazione, io li ho invitati a desistere: questa gente vuole provocare, è bene non raccogliere le provocazioni». Salvatore Pace getta acqua sul fuoco delle polemiche che negli ultimi giorni hanno lacerato l’ambiente studentesco e quello politico.
Il preside respinge le insinuazioni sull’utilizzo degli studenti per contestare Salvini e, nonostante il documento intitolato «Totalitarismo» pubblicato sul sito del liceo, insiste: «Sono state diffuse fake news da un consigliere regionale, poi riprese dai siti e dai giornali. Noi siamo tenuti dalle direttive del ministero a lavorare sull’accoglienza e a predisporre piani per contrastare il disagio sociale: culturale, dei disabili, dei poveri, anche quello degli immigrati, e tra l’altro ho solo tre studenti di nazionalità non italiana, ma la scuola è inclusiva per definizione, non è che dobbiamo stare qui a giustificarci». La versione di Salvatore Pace è quella già ribadita nei giorni scorsi: «Abbiamo partecipato come tutti gli anni a una manifestazione organizzata dall’Anpi e dalla V Municipalità che ha visto coinvolte otto scuole della zona collinare. La partecipazione era doverosa anche perché l’edificio che ospita il liceo non è un edificio qualunque: nel ’43 era la sede della Gestapo, la polizia nazista. I nostri ragazzi studiano nei locali che erano occupati da loro». Il preside, dunque, respinge al mittente le accuse di CasaPound e di altre forze politiche: «L’unica opinione che non rispetto è quella volutamente disinformata; senza cultura non si sceglie, si è schiavi. Consiglierei a questi ragazzi di studiare meglio la storia d’Italia e la filosofia del diritto».
E spiega così il clima di destra che si respira in questo periodo: «Nei giovani c’è molto disorientamento perché la scuola chiede impegno e il saper collegare i fatti alle loro causa in qualsiasi disciplina. È un procedimento logico-cognitivo che risale al Galilei e oggi non è più praticato. Si prende un fatto come terminale di un ragionamento, non come conseguenza, e senza alcuna verifica, ad esempio: l’Italia in proporzione oggi ha meno immigrati di tanti altri Paesi della Ue, ma si crede esattamente il contrario».
Molti genitori hanno proposto la mobilitazione
Li ho invitati a desistere