Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Industriali, sindacalisti e politologi: ecco perché la Lega sfonda a Sud
Dopo il sondaggio di Ipsos pubblicato dal Corsera
Il Sud è una prateria politica, con un elettorato tendenzialmente volatile, storicamente anche filogovernativo e con la memoria assai corta. Potrebbe essere questa la fotografia del sondaggio di Ipsos per il
Corriere della Sera, pubblicato ieri, sulle intenzioni di voto alle Europee, che vede il Movimento 5 Stelle flettere, e una Lega che raddoppia e a tratti triplica i suoi consensi, mangiandosi letteralmente Forza Italia e FdI, mentre il Pd continua ad arrancare.
L’istituto di Pagnoncelli ha testato cinque macroaree: Nord-Ovest, Nord-est, Centro-Nord, Centro-Sud (la Campania fa parte di questa porzione di territorio con Molise, Abruzzo e Lazio), Sud e Isole. La Lega — nel Centro-Sud — sarebbe, mediamente, al 25,4 per cento (il 4 marzo era circa al 5 per cento), l’M5S al 40,5 per cento (rispetto al 48,7 per cento), Forza Italia quasi al 10 per cento (stava al 19,8 per cento) e il Pd al 13,1 per cento (in Campania s’era già fermato a quota 13 per cento). Comunque la forbice delle regioni meridionali per la Lega va dal 22 a un massimo del 25 per cento. In ogni caso il muro del 20 per cento sarebbe ampiamente superato. Perché?
Il partito
La Lega differentemente dall’alleato di governo è old style: il radicamento sopra tutto. «Non vado dietro i sondaggi, ma quei numeri non mi stupiscono, ormai ricevo ogni ora dalle 25 alle 30 telefonate», Gianluca Cantalamessa, deputato con passato anche familiare nella destra sociale, è il coordinatore regionale. Snocciola i numeri: in un anno sono state aperte in Campania 51 sedi della Lega, l’altroieri per esempio le ultime due ad Aversa e Maddaloni («tutte autofinanziate», assicura), sono ormai 185 i segretari cittadini. «È un partito nato a difesa del Nord — spiega — ma ora difende tutti gli italiani».
L’industriale
«Non mi stupisce il risultato del sondaggio: la Lega è la destra e sta raccogliendo tutta la classe dirigente di Forza Italia e ex An», commenta il leader di Confindustria Napoli e Campania Vito Grassi, che prosegue: «Quando Salvini viene qui prende applausi non sul tema dell’immigrazione, ma come uomo d’ordine. E poi, diciamocelo, è sempre la conseguenza del fallimento del centrosinistra».
Il sindacalista
«Il trasformismo è un classico meridionale — dice il segretario Uil, Giovanni Sgambati —, oltre a godere dell’effetto traino governativo. Gli elettori che Salvini abbia insultato Napoli e i napoletani non se lo ricordano proprio. D’altronde quello che fa male è che non c’è alternativa. C’è un vuoto oggettivo».
Il filosofo
«Ormai la Lega è il partito nazionale più forte, perché è radicato, ha un ceto amministrativo discreto al Nord, una squadra forte sulla comunicazione, in più ha goduto della rendita del tema immigrazione. E soprattutto non ha pagato come i 5Stelle la manovra economica», commenta il filosofo Roberto Esposito. «In più — continua — Salvini, che detesto ma è capace, beneficia di un voto volatile al Sud. Chi vive una situazione di sofferenza si rifugia sempre nel più forte. Il paradosso è che questa volta non si vota Berlusconi, ma la Lega, con cui c’è stato un contrasto trentennale anche sul piano popolare, nei campi di calcio. È sconfortante che sia scomparso il patriottismo meridionale. Capita quando la storia viene schiacciata dalla cronaca».
L’analista
Alessandro Sansoni, analista politico: «L’elettorato di centrodestra nel Sud storicamente s’attesta attorno al 40 per cento. L’exploit grillino del 4 marzo è dovuto ad una sostanziale mancanza di offerta politica a destra e a sinistra. Ma la domanda di destra c’è sempre stata, adesso che è credibile viene coperta». Per Sansoni potenzialmente la Lega nelle regioni meridionali, anche in Campania, potrebbe andare ben oltre il 25 per cento. «L’elettorato in generale ha la memoria di breve periodo, da quando Salvini ha reimpostato il suo messaggio gli credono. Senza contare che i meridionali sono stati incapaci di costruire una proposta politica di difesa del Sud». Per Sansoni la promessa del reddito di cittadinanza non ha inciso sul voto del 4 marzo e non inciderà alle Europee. «Il nodo — conclude — è la mancanza di offerta politica credibile: il Movimento 5 Stelle prenderà meno voti perché c’è un’altra offerta politica».
Vito Grassi
Non sono stupito: del resto quando Salvini viene a Napoli prende applausi soprattutto come uomo d’ordine
Roberto Esposito
È il partito nazionale più forte e chi vive una situazione di sofferenza si rifugia sempre nel più forte
Giovanni Sgambati
Il trasformismo è un classico meridionale, però quello che fa davvero male oggi è l’assenza di una alternativa
Alessandro Sansoni
Nel Mezzogiorno la domanda di destra c’è sempre stata. E adesso che è credibile viene coperta