Corriere del Mezzogiorno (Campania)
POLITICA E SUD DALL’IMPRESA ALL’IGNORANZA
Forse qualcuno ricorda che, ai suoi tempi, Berlusconi (bravo a coniare slogan di propaganda politica) s’inventò le tre «i»: «impresa»; «informatica»; «inglese». Un programma, in pillole, di formazione diffusa per stimolare sviluppo economico e progresso civile. Propaganda, certo, ma non campata in aria: chi potrebbe negare che l’impresa sia il principale motore di uno sviluppo a largo raggio, capace di creare vero lavoro? E che dell’informatica non si possa fare a meno da quando determina la nostra vita personale e sociale? E che l’inglese, nel mondo globalizzato, sia indispensabile per qualsiasi rapporto internazionale (culturale, commerciale, turistico, addirittura sentimentale ecc.)? «Impresa», «informatica» e «inglese» sono dunque tre parole che, ora come allora, tutti possono sottoscrivere. Si deve però prendere atto che, alla fine dei conti, il programma è fallito: lo sviluppo non c’è stato e il progresso civile è andato indietro. La sua brutta fine è più preoccupante del blocco dello sviluppo. Questo, infatti, specie nel Mezzogiorno, ha almeno l’alibi della crisi da dieci anni in qua (sebbene nel Sud lo sviluppo non sia stato abituato a correre!). In effetti, a furia di mettere la propaganda al posto della Politica (quella con la «P» maiuscola), questa va perdendo, assieme alla sua funzione primaria di organizzazione della società e della convivenza, pure la sua funzione collaterale di pedagogia sociale.
Ruolo che il pluralismo democratico della Costituzione affida anzitutto alla responsabilità dei corpi intermedi (in primis partiti e sindacati) e delle comunità territoriali. Ora però c’è il mito della democrazia diretta: che non solo è opaca, ma è una pericolosa illusione, basata sulla continua e inarrestabile propaganda, che fa aumentare a vista d’occhio il numero delle «i». Ma stavolta non per disegnare chissà quali meravigliosi progetti per il futuro, bensì per sintetizzare in poche parole lo strano clima culturale che va diffondendosi nel paese rendendo l’aria irrespirabile: «ignoranza»; «incultura»; «incompetenza»; «incoscienza»; «irresponsabilità»; «inerzia». Riflettano tutti, e specialmente i giovani, prima che sia troppo tardi e che altre discipline facciano la fine della storia, espunta dai programmi scolastici: forse per evitare che venga scritta la storia della fine!