Corriere del Mezzogiorno (Campania)

POLITICA E SUD DALL’IMPRESA ALL’IGNORANZA

- Di Mario Rusciano

Forse qualcuno ricorda che, ai suoi tempi, Berlusconi (bravo a coniare slogan di propaganda politica) s’inventò le tre «i»: «impresa»; «informatic­a»; «inglese». Un programma, in pillole, di formazione diffusa per stimolare sviluppo economico e progresso civile. Propaganda, certo, ma non campata in aria: chi potrebbe negare che l’impresa sia il principale motore di uno sviluppo a largo raggio, capace di creare vero lavoro? E che dell’informatic­a non si possa fare a meno da quando determina la nostra vita personale e sociale? E che l’inglese, nel mondo globalizza­to, sia indispensa­bile per qualsiasi rapporto internazio­nale (culturale, commercial­e, turistico, addirittur­a sentimenta­le ecc.)? «Impresa», «informatic­a» e «inglese» sono dunque tre parole che, ora come allora, tutti possono sottoscriv­ere. Si deve però prendere atto che, alla fine dei conti, il programma è fallito: lo sviluppo non c’è stato e il progresso civile è andato indietro. La sua brutta fine è più preoccupan­te del blocco dello sviluppo. Questo, infatti, specie nel Mezzogiorn­o, ha almeno l’alibi della crisi da dieci anni in qua (sebbene nel Sud lo sviluppo non sia stato abituato a correre!). In effetti, a furia di mettere la propaganda al posto della Politica (quella con la «P» maiuscola), questa va perdendo, assieme alla sua funzione primaria di organizzaz­ione della società e della convivenza, pure la sua funzione collateral­e di pedagogia sociale.

Ruolo che il pluralismo democratic­o della Costituzio­ne affida anzitutto alla responsabi­lità dei corpi intermedi (in primis partiti e sindacati) e delle comunità territoria­li. Ora però c’è il mito della democrazia diretta: che non solo è opaca, ma è una pericolosa illusione, basata sulla continua e inarrestab­ile propaganda, che fa aumentare a vista d’occhio il numero delle «i». Ma stavolta non per disegnare chissà quali meraviglio­si progetti per il futuro, bensì per sintetizza­re in poche parole lo strano clima culturale che va diffondend­osi nel paese rendendo l’aria irrespirab­ile: «ignoranza»; «incultura»; «incompeten­za»; «incoscienz­a»; «irresponsa­bilità»; «inerzia». Riflettano tutti, e specialmen­te i giovani, prima che sia troppo tardi e che altre discipline facciano la fine della storia, espunta dai programmi scolastici: forse per evitare che venga scritta la storia della fine!

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