Pietro, il contadino venuto dalla

Teggiano, un laureato in economia torna alla terra «Così valorizzo gli ortaggi a rischio di estinzione»

Èil volto nuovo dell’imprenditoria agricola. Pietro D’Elia, 30 anni, bella presenza e inglese fluido scherzando ci tiene subito a precisare «Basta con questa storia del contadino con le scarpe grosse e il cervello fino. Io sono un imprenditore». Lui , di certo il cervello, è proprio il caso di dire, lo ha messo a frutto. È tornato a casa, a Teggiano nel cuore del Vallo di Diano, dopo essersi laureato in Economia e Management a Roma, dopo un Master in Gestione delle Risorse Energetiche presso l’Università Bocconi di Milano e dopo aver conseguito una specialistica in General Management alla Luiss. Periodo di studio «matto e disperatissimo»durante il quale si butta a capofitto anche in un’esperienza teatrale che lo porta nel 2014 a recitare in Rugantino in tournèe con Enrico Brignano.

«Sentivo però una spinta a fare qualcosa di mio». Ed è così che torna a Teggiano e fonda la sua azienda: I segreti di Diano- Fatti a mano.

Da questa identità e da questa spinta inizia nel 2016 a piantare la sua idea. Pietro parte dalla sua terra e dai suoi prodotti. Dallo sciuscillone, un peperone «l’unico con nome proprio. », varietà corno di capra, prodotto agroalimentare tradizionale campano, dal gusto dolce e dalla polpa sottile adatto all’essiccazione. «Stiamo lavorando affinché questo prodotto ottenga la denominazione comunale di origine» E poi c’è il serpentino dal gusto piccante. Nei terreni della sua azienda questi due prodotti sono i protagonisti di tutta l’attività di produzione e trasformazione. Il semenzaio lo si fa a febbraio e a giugno si raccoglie per poi avviare l’essiccazione.

Due sono i pilastri su cui Pietro fonda il lavoro suo e di tutti coloro che lo affiancano quotidianamente: Moderne tradizioni e Come Diano vuole. Ossia? «Lavoriamo a mano i nostri prodotti e facciamo molto uso dei social network. Stiamo portando avanti una campagna proprio sui social