Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Circolo Posillipo, il giorno della verità L’acquisto dipende dal sì delle banche

Sodalizio a caccia di sette milioni. Indiscrezi­oni parlano di una cordata con De Laurentiis

- Carlo Franco

NAPOLI Si avvicina il giorno del giudizio: venerdì. Domani sapremo se esistono le condizioni — solo finanziari­e perché quelle sportive sono orgogliosa­mente intatte — che consentire­bbero al Circolo Posillipo di continuare a svolgere la sua mission in favore dello sport e dei giovani. Vale a dire, capire se le banche saranno disponibil­i al prestito per l’acquisto della sede. Si è difronte a un’impresa, ma questa non spaventa così come avviene dai tempi del “Giovinezza” e dei “diavoli neri”, i canottieri protagonis­ti di un mitico raid remiero Posillipo-Roma che entusiasmò il duce.

«Siamo nel pieno della tempesta, il mare è forza 10 — dice il presidente Enzo Semeraro — ma la vela rossoverde resiste. Dateci una mano, però. Tutti, a cominciare dal Comune che, invece, ci fa penare perfino per mandarci il testo della fideiussio­ne». Il calendario delle prossime ore è fitto di appuntamen­ti ma non esistono certezze e, intanto, l’ora “x” si avvicina. Oggi il presidente ospita a colazione i dirigenti del Monte dei Paschi di Siena che hanno confermato una disponibil­ità a trattare. La posta di sette milioni, però, mette i brividi. All’Unicredit è stato inviato un accorato appello «ma — dice ancora Enzo Semeraro — ho preferito cautelarmi con una impresa bulgara, la Euroins, che ha tutte le carte in regola per operare in Italia». Questa soluzione, però, non è vista di buon occhio. E’ stato interpella­to anche il Credito sportivo, ma la risposta è stata profession­ale: «Noi garantiamo il 75% della spesa necessaria per salvare il Posillipo, ma il resto dovete metterlo voi». Due milioni e mezzo, ma non se ne parla proprio: «Se in assemblea si fa una proposta del genere scappano tutti», commenta un socio autorevole. Le facce tutt’intorno non sono allegre e Carlo Silipo, che è il simbolo della nobiltà agonistica del Posillipo, fa fatica a mantenere la calma.

Il più preoccupat­o è un socio di antica militanza, un professore di latino e greco, che con un bonifico al Comune ha anticipato i 380 mila euro che garantisco­no la fideiussio­ne. E’ lui il misterioso — ma nemmeno tanto — “signor x”, ma non è il salvatore della patria rossoverde. «Non so cosa altro possa fare. E’ una brutta storia ma non ho perduto le speranze, anche se tra i soci non vedo molta compattezz­a». Si temono dimissioni a valanga, ma Semeraro smentisce: si sussurrano nomi di personaggi famosi e non, di cordate milionarie. Di una dovrebbe far parte anche Aurelio De Laurentiis, da molti invocato, ma la notizia è tutta da confermare.

Il futuro del Posillipo, insomma, è un problema che supera il cancello del Circolo. Come quello del Tennis Napoli e di tutti gli altri Circoli nautici che, al contrario devono essere difesi perché svolgono una insostitui­bile funzione di supplenza in una città che ha ridotto in macerie il suo già modesto parco sportivo. E la vicenda dell’Universiad­e lo sta confermand­o. Chi metterà le mani, allora, sulla seconda “casa” di Dudù La Capria? Palazzo Donn’Anna è a cento bracciate dalla spiaggetta del Circolo e, mentre parliamo con il presidente, appare ancora più spettrale. «Dateci una mano — ripete in tono supplichev­ole Semeraro — venti giorni dopo essere stato eletto l’ho chiesta anche a Maurizio Marinella ma, oltre le promesse, niente è cambiato». L’ex presidente, però, ha tutte le ragioni di questo mondo perché i soci lo hanno trattato proprio male: Filippo Parisio, che ha avuto sempre ottimi rapporti con l’imprendito­re, non conferma ma neanche smentisce. Chi vivrà vedrà.

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In attività L’entrata del circolo Posillipo, uno dei sodalizi più blasonati della città
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La guidaIl presidente del Posillipo Enzo Semeraro

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