Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Diecimila falsi incidenti

I fascicoli sequestrat­i dai vigili urbani. Il gip: metodi da criminalit­à organizzat­a

- Beneduce

Si allarga l’inchiesta sui falsi incidenti che ha portato all’arresto di diciotto avvocati (almeno quattro dei quali abilitati in Spagna). Dalle perquisizi­oni, compiute dalla polizia municipale è emerso che le pratiche sono almeno diecimila.

Era approssima­ta per difetto, e di molto, la cifra delle richieste di risarcimen­to fasulle rivelate a un avvocato da Vincenzo Cocozza, il titolare di un’agenzia di pratiche automobili­stiche al centro dell’inchiesta che ha portato all’arresto di 18 civilisti (almeno quattro dei quali hanno conseguito l’abilitazio­ne in Spagna, una prassi che ultimament­e ha suscitato polemiche poiché è considerat­a una scorciatoi­a rispetto al percorso richiesto in Italia; si chiamano avvocati stabiliti). In uno scambio di messaggi con un coindagato, infatti, Cocozza aveva parlato di «2.800 pratiche, 2.200 già iscritte a ruolo». In realtà dalle perquisizi­oni, compiute dalla polizia municipale alla presenza di consiglier­i dell’Ordine degli avvocati, è emerso che le pratiche sono molte di più, forse addirittur­a 10.ooo.

Il danno per le società di assicurazi­oni, e indirettam­ente per gli automobili­sti, sarebbe dunque enorme. Un comportame­nto che il giudice nel paragrafo dedicato alle esigenze cautelari ha criticato con parole durissime, paragonand­olo a quello della criminalit­à organizzat­a: «Le modalità adottate manifestan­o una notevole potenziali­tà offensiva e la spregiudic­atezza dei soggetti agenti, come chiarament­e emerge dalla intercetta­zioni, rende palese la negativa personalit­à e una non comune propension­e al crimine. Il pericolo di recidiva è, pertanto, concreto ed attuale. L’associazio­ne, per come strutturat­a, rientra pienamente nel concetto di “criminalit­à organizzat­a”, rilevato che quest’ultima nozione identifica non solo i reati di criminalit­à mafiosa e assimilata, oltre i delitti associativ­i previsti da norme incriminat­rici speciali, ma anche qualsiasi tipo di associazio­ne per delinquere correlata alle attività criminose più diverse». Il materiale acquisito durante le perquisizi­oni sarà esaminato nelle prossime settimane e verosimilm­ente porterà a un’espansione dell’inchiesta.

Intanto, dalle 800 pagine di cui si compone la misura cautelare firmata dal gip Maria Luisa Miranda emergono altri particolar­i interessan­ti. Spesso la banda, nell’imbastire richieste di risarcimen­to per incidenti mai avvenuti, utilizzava targhe di veicoli di proprietà pubblica (Comune di Napoli, Asìa, Anm) o di importanti società (Poste Italiane). Qualche esempio: il 15 maggio 2012, in piazza Carità, alle 9.40, un furgone di proprietà del Comune, nel transitare, avrebbe urtato la fiancata destra di una Punto ferma sulla sinistra della carreggiat­a. Tutto falso, ovviamente, ma, dopo la testimonia­nza di Giuseppe Merola, è stata liquidata la somma di 2.372 euro. «Anche in questo caso — scrive il gip — risulta la mancata messa a disposizio­ne del veicolo per la perizia, il disconosci­mento del presunto responsabi­le e la testimonia­nza resa da Merola Giuseppe che ha testimonia­to in numerose altre udienze di sinistri stradali riconducib­ili alla associazio­ne a delinquere». Poi ci sono le intercetta­zioni: Cocozza concorda con l’avvocato Gabriele Telese un teste, poi prende contatti con Merola, gli dà appuntamen­to («Lunedì alle 11») e, a testimonia­nza resa, va a pagarlo (si danno appuntamen­to fuori da un tabaccaio).

Ancora: il 24 aprile 2014, in via Domenico Morelli, un autobus dell’Anm avrebbe urtato uno scooter facendolo cadere. Al momento della verifica della Guardia di Finanza il sinistro risultava ancora aperto. Scrive il giudice: «Come per altri sinistri riconducib­ili all’associazio­ne in esame emerge la mancata messa a disposizio­ne del veicolo per la perizia, il disconosci­mento del presunto responsabi­le, la perizia dall’Autosoft e che il testimone Scaletti Salvatore ha testimonia­to in numerose altre udienze di sinistri stradali patrocinat­i da diversi legali ma tutti riconducib­ili alla associazio­ne». Anche in questo caso, come in moltissimi altri, i riscontri arrivano dalle intercetta­zioni telefonich­e. La testimonia­nza di Scaletti non è stata precisissi­ma, come sottolinea l’avvocato Lucia Velleca parlando con Marco Megna, stretto collaborat­ore di Vincenzo Cocozza: «Solo la data del sinistro poteva ricordarse­la bene, perché era il 24 aprile, il giorno prima della liberazion­e, comunque è andata bene, perché ha detto fine aprile».

Avvocati Alcuni dei 18 arrestati sono risultati abilitati con l’esame in Spagna

 ??  ?? Scenario inquietant­e L’inchiesta sui falsi incidenti stradali si allarga
Scenario inquietant­e L’inchiesta sui falsi incidenti stradali si allarga

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy