Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Protesta che diventa violenza sui cittadini»

- Di Gimmo Cuomo

La posizione di Franco Roberti, ex procurator­e nazionale antimafia, ora assessore regionale alla Sicurezza è nettissima. «Con tutto il rispetto per le persone disperse - ha detto - la protesta in queste forme è assolutame­nte inaccettab­ile. È stata comunque esercitata violenza in danno di gente incolpevol­e. Ci potrebbero essere anche profili di danno economico risarcibil­e».

«Capisco la preoccupaz­ione dei familiari dei tre scomparsi ma in nessun modo posso giustifica­re la loro protesta». La posizione di Franco Roberti, ex procurator­e nazionale antimafia, ora assessore regionale alla Sicurezza è nettissima.

Si è trattato dunque di una manifestaz­ione censurabil­e?

«Con tutto il rispetto per le persone disperse, la protesta in queste forme è assolutame­nte inaccettab­ile. È stata comunque esercitata violenza in danno di gente incolpevol­e. L’immediata ricaduta di quel gesto è stata sui civilissim­i cittadini. D’altra parte, i parenti devono anche rendersi conto che la cooperazio­ne col Messico ha dei limiti, ed è resa ancora più difficolto­sa dalla possibile circostanz­a dell’illegalità dell’agire degli scomparsi che potrebbero aver contattato volontaria­mente ambienti malavitosi. Questo comunque non toglie nulla al nostro dovere di avere notizie e di riportarli a casa».

Si può immaginare un’inchiesta a carico degli autori del gesto?

«Ci potrebbe essere, ma la valutazion­e spetta ai miei ex colleghi della Procura».

Com’è stato possibile che i manifestan­ti abbiano raggiunto i binari dove si accede solo mostrando il titolo di viaggio?

«Non me lo chieda. Non entro, per il momento, nei sistemi di controllo».

Perché in questa vicenda non si riesce ad ottenere la collaboraz­ione delle autorità messicane?

«Da procurator­e Antimafia, col ministro Orlando, sono stato in missione a Città del Messico per sollecitar­e maggiore collaboraz­ione. Nello specifico, ci occupammo della rogatoria chiesta dalla procura di Torre Annunziata per il caso di Angela Celentano (la bimba scomparsa sul monte Faito nel 1996, ndr). Ma la missione si estese ad altri ambiti. Trovammo grande disponibil­ità. Anzi, tenemmo pure un corso di aggiorname­nto agli investigat­ori messicani che poi tornarono in Italia per uno nuovo stage. Sulla carta il rapporto di collaboraz­ione è buono. Al di la di questo esistono difficoltà obiettive».

Centinaia, migliaia di appuntamen­ti saltati, di decine di affari non conclusi, e danni economici di ogni genere. Chi pagherà?

«Ci potrebbero essere anche profili di danno economico risarcibil­e, ma finora gli elementi sono troppo labili per affermarlo».

Le forze dell’ordine nel caso specifico hanno evitato le maniere forti. C’è però chi invoca interventi risolutivi più immediati. Lei cosa pensa?

«Si sono comportate bene. A Napoli tutte le forze dell’ordine hanno una direzione eccellente».

I familiari degli scomparsi minacciano blocchi anche ad autostrade e all’aeroporto.

«Bisognereb­be far capire a queste persone che lo Stato italiano sta facendo di tutto per aiutare i loro cari. Ma, considerat­e le circostanz­e, non possono pretendere l’impossibil­e».

Ci potrebbero essere anche profili di danno economico risarcibil­e

” Il blocco è stato pagato dai civilissim­i cittadini Le forze dell’ordine hanno fatto ciò che dovevano fare in quel frangente

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