Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I governatori vogliono il doppio ruolo «Presidenti di regione e commissari»
Confronto con il ministro Grillo. L’assessore al Bilancio Cinque: svolta in Campania in tre anni
NAPOLI È l’esordio del ministro della Salute, Giulia Grillo, in conferenza delle Regioni. Il primo confronto, nel corso del quale i governatori hanno presentato una serie di richieste, segnalando alcune priorità. In quattro pagine vi sono recriminazioni per i 600 milioni in meno del piano di riparto rispetto all’anno scorso; per le coperture finanziarie dei contratti del personale l’abolizione del superticket e, in particolare per ciò che riguarda la Campania e il Lazio, i presidenti riuniti hanno chiesto «che venga mantenuta la coincidenza tra Presidente e Commissario ad acta, come già avviene per Campania e Lazio». Dunque, niente incompatibilità, come pure è stato sancito da un decreto pochi giorni fa, in forza della battaglia ingaggiata dai 5 stelle campani contro la sovrapposizione dei ruoli esercitati da Vincenzo De Luca. Un altro nodo tagliato di forza dai pentastellati, tanto che lo stesso vice premier Luigi Di Maio aveva commentato: «Una norma che avevano cambiata per permettere a De Luca di fare il commissario alla Sanità in Campania».
I compiti a casa
Ma la Regione Campania ha confermato che si appresta a presentare «entro novembre» il piano di fuoriuscita dal commissariamento. Lo ha riferito Ettore Cinque, assessore al Bilancio, in vista della legge di bilancio, e della norma contenuta nel decreto fiscale contro il doppio incarico di presidente di Regione e commissario alla Sanità. «Riteniamo che questa norma, qualora uscisse visto, che i provvedimenti non sono stati ancora pubblicati in Gazzetta, non ci dovrebbe riguardare — ha sottolineato l’assessore — perché siamo in procinto di presentare il piano triennale di uscita nel quale prevediamo il mantenimento e il consolidamento dell’equilibrio economico senza far ricorso a manovre aggiuntive di naturale fiscale, e un grande potenziamento sul fronte dei Lea, punta dolente fin dal 2007 della nostra Regione. Se qualcuno fotografasse oggi la Campania dopo 5 anni di equilibrio, con i Lea che sono in miglioramento e su cui bisogna fare ancora molto, nessuno potrebbe commissariarci — ha proseguito —. Siamo molto fiduciosi. Tutti i cittadini e gli operatori della sanità, su cui i tagli e gli interventi di risanamento hanno inciso, si aspettano che, giustamente, dopo aver dimostrato di aver fatto i compiti a casa, la Regione possa guadagnare la fuoriuscita e quindi i poteri ordinari». Sul finanziamento del Fondo sanitario nazionale, Cinque ha osservato: «Riguardo al tema delle risorse l’incontro è stato interlocutorio e dovrebbero partire dei tavoli di approfondimento per arrivare almeno alla messa in sicurezza di quelli che sono i fabbisogni essenziali del prossimo triennio. — ha concluso —. Dopo l’adozione di misure molto forti ci avviamo a chiedere la fuoriuscita dal commissariamento presentando un piano triennale».
Il riparto
Sui 224 milioni di euro per nidi e scuole materne, alla nostra regione toccheranno 20 milioni 395 mila 267 euro e sui 28 milioni destinati a progetti di rilevanza locale dell Terzo settore, alla Campania andranno 1 milione 741 mila 480 euro nell’anno in corso.
I dati Lea
Mentre ancora una volta Palazzo Santa Lucia è intervenuta per smentire i dati sui Lea riportati dal VI Rapporto dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, presentato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, secondo i quali la Campania è una delle sei regioni giudicate inadempienti. «In merito ai dati diffusi sugli indicatori dello stato della sanità nelle regioni italiane, come già era accaduto la scorsa estate e come avviene periodicamente», la direzione Salute della chiarisce che «ancora una volta e anche questa volta che si tratta di dati non aggiornati relativi ad anni precedenti e quindi non corrispondenti all’attuale griglia Lea (livelli essenziali assistenza). Si trasmettono pertanto i dati dell’ultima rilevazione in sede ministeriale dell’estate scorsa. Dati in ulteriore miglioramento nel 2018». Per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza: «Anno 2015: 106 punti; anno 2016: 124 punti (recuperati 18 punti); anno 2017: prossimi al valore soglia di 150 punti. Traguardi raggiunti: diminuzione delle liste di attesa. Vaccinazioni: superati i target 95% per la esavalente e oltre il 92% per la tetravalente e morbillo; Interventi per frattura del femore: 47% entro le 48 ore (contro il 26% precedente); Parti cesarei: 36% (contro il 46% del 2015); + 1637 posti letto previsti; 64 nuove farmacie nel 2017; eliminato il ticket da 10 euro per le prestazioni».
Il piano In tre anni si potrebbe riuscire a tornare alla gestione ordinaria