Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Alla Casina le camelie ci parlano della Traviata
NAPOLI Arrivata alla sua quinta edizione, la Mostra di decorazioni floreali torna, con il patrocinio del Comune di Napoli e del Teatro San Carlo, alla Casina Pompeiana della Villa comunale. Il titolo, “Fiori in Opera”, promette di far dialogare tra loro i fiori e la lirica. Un campo assai vasto, e il tema è stato scelto per l’inaugurazione dell’anno sociale e dei nuovi corsi dalle maestre e dalle allieve dell’Edfa (Ente di decorazione floreale per amatori), perché nell’opera la simbologia dei fiori è una presenza costante, né casuale né superflua.
La loro funzione di punteggiatura descrittiva è evidente: dalle camelie della Traviata (nella foto), «Prendete questo fiore» a «Scuoti quella fronda di ciliegio» di Butterfly, suicida nel tripudio della fioritura; da «La fleur que tu m’avais jetée» nel lamento d’amore di Don Josè per l’indomita Carmen, fino a Iris, che intona «Tu, margherita, leva il candore della tua chioma… neve odorante, tu gelsomino…».
La mostra durerà due giorni (oggi alle 16.30 a sabato alle 19.30) perché si sa che, come dice Ronsard, i fiori vivono l’espace d’un matin. Sarà interessante vedere se il confronto tra le opere scelte e le composizioni floreali cui sono ispirate riuscirà a emozionare, tra consonanze e dissonanze — perché non solo la musica ma anche un bouquet può essere stridente o carezzevole, volutamente, secondo il significato che vuole comunicare. D’altra parte, i temi dell’opera sono vivi e presenti, contemporanei sempre, e il “nodo avviluppato” di Cenerentola intreccia, ora come ai tempi di Rossini, l’amore con l’avidità, così come ogni donna vittima di femminicidio è Carmen, pugnalata a morte perché decisa a sottrarsi a un legame malato, o le giovanissime prostitute, vendute oggi al miglior offerente sul mercato del sesso sono Iris, la musmè ingannata da un sogno. Per non parlare dell’eterno femminino, con le sue caratteristiche oblative, di Traviata o di Butterfly, vittime di un ordine patriarcale che impone le proprie ragioni con una brutale violenza psicologica.
L’inganno o l’equivoco amoroso, che spezza e annoda legami, sono del resto onnipresenti, nel melodramma: lieve e intelligente in Così fan tutte, sanguigno, ubriacante in Cavalleria rusticana, tragico nei Pescatori di perle, dispettoso e incalzante nella Gazza ladra. A sottolineare gli intrecci e i rimandi tra le opere e le composizioni, il Teatro San Carlo ha dato in prestito alcuni dei costumi di scena, realizzati sotto la direzione di Giusi Giustino. Per completare la mostra, i temi delle opere rappresentate nelle composizioni floreali saranno introdotti (venerdì alle 17.30) da Massimo Lo Iacono, critico musicale e vice-presidente di “Amici del San Carlo”, e messi in musica dal maestro Bernardo Maria Sannino al piano e dalla violinista Marilena di Martino.