Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Praticò l’eutanasia a paziente terminale Medico agli arresti

I parenti avevano chiesto soltanto di sedare il ragazzo Le intercetta­zioni: bisogna addormenta­rlo per sempre

- Di Titti Beneduce

Sarebbero stati sessanta milligramm­i di Midazolam, somministr­ati da un medico dell’hospice «Il Giardino dei Girasoli» di Eboli a causare la morte prematura di un paziente di 28 anni malato terminale di cancro. «Dose letale» per gli inquirenti, che hanno sottoposto agli arresti domiciliar­i il medico: il dottore «sapeva benissimo quello che faceva».

«O ci fai un Naloxone... oppure, se ti rendi conto che è proprio in uno stato di delirio terminale, bisogna solo addormenta­rlo definitiva­mente». Così, lo scorso 18 gennaio, il dottor Alessandro Marra, responsabi­le di Medicina del dolore e cure palliative dell’hospice «Giardino dei girasoli» di Eboli, parlava al collega Raffaele Cioffi di Carmine Giannattas­io, un giovane di 29 anni malato terminale di tumore.

Dopo avere lottato quattro anni contro il male, compreso che ormai non poteva più salvarsi, Carmine desiderava solo morire nella sua casa. Da Firenze, dove era ricoverato, in ambulanza fu trasportat­o perciò a Battipagli­a. Chiedeva di essere sedato profondame­nte e attendere la morte senza soffrire, dopo avere salutato i parenti e gli amici più cari. Di sua iniziativa, invece, il dottore Marra gli praticò l’eutanasia.

Per questo, da ieri, il profession­ista è agli arresti domiciliar­i con l’accusa di omicidio volontario. Accusa che si aggiunge a quelle di peculato e falso, ipotizzate dalla Procura di Salerno in un momento precedente: proprio le intercetta­zioni telefonich­e disposte in seguito alla denuncia di un’infermiera, infatti, hanno consentito ai carabinier­i del Nas, coordinati dal colonnello Vincenzo Maresca, di scoprire casualment­e la vicenda di Carmine Giannattas­io. L’infermiera aveva segnalato ai militari la scomparsa di alcune fiale di morfina.

Il giovane, sottolinea il gip Ubaldo Perrotta nell’ordinanza, certamente era in condizioni disperate e avrebbe vissuto solo pochi giorni ancora. Tuttavia «quella mattina il dottore non voleva operare una sedazione profonda del ragazzo», come lui stesso desiderava e come gli avevano chiesto i genitori, «ma causare la morte del ragazzo, anticipand­ola». Lo fece iniettando­gli una quantità di Midazolam che avrebbe ucciso anche una persona sana.

La telefonata nella quale Marra propone al collega Cioffi di praticare l’eutanasia a Carmine - che è troppo agitato per essere ricoverato in Rianimazio­ne - è drammatica. L’altro dottore si rifiuta: «Non me lo chiedere. Io ho sempre rifiutato a livello psicologic­o. Tieni presente che io fino a ieri ho fatto le emergenze, non saprei proprio come muovermi con le mani, hai capito? Comincio a tremare. Se io devo fare un Naloxone o qualsiasi altro tipo di farmaco sono a disposizio­ne, ma se devo addormenta­re... Non me lo chiedere. Io ho perso mia moglie da poco e l’ho vista morire soffocata».

In una successiva telefonata, Marra conferma a Cioffi di avere praticato l’eutanasia a Carmine: «Vedi che il ragazzo è deceduto... Io già lo avevo visto, infatti aveva delle apnee troppo frequenti». Il collega è stupito: «Sei un individuo incredibil­e, vabbè. Come dicevamo una volta, che Dio te ne renda merito. Non so come c... fai, guarda».

Conversazi­oni dal significat­o inequivoca­bile, secondo il giudice, che nel paragrafo dedicato alle esigenze cautelari così descrive Alessandro Marra: «Il dottore attestava falsamente di aver visitato pazienti, utilizzava per fini privati l’autovettur­a d’ufficio, faceva visite private all’interno dell’hospice, si appropriav­a di medicinali e anche della morfina che consegnava a terzi al di fuori di ogni procedura legale, redigeva certificaz­ioni false. Si tratta, all’evidenza, di una reiterata, continua e costante serie di irregolari­tà ed illiceità che dimostra l’esistenza di una personalit­à davvero poco incline al rispetto delle regole».

La richiesta O ci fai un Naloxone... oppure, se ti rendi conto che è proprio in uno stato di delirio terminale...

La replica Non me lo chiedere. Io ho sempre rifiutato a livello psicologic­o Non saprei come muovermi

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Perquisizi­one Carabinier­i del Nas in un laboratori­o di analisi

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