Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pino Daniele e Napoli anni ‘70 nell’opera «Musicanti»
Presentata a Milano da Colasanti, sarà al Palapartenope a dicembre
«‘Musicanti’ nasce dal mio bisogno di colmare un vuoto artistico e personale che ha lasciato la prematura scomparsa di Pino. Dalla scelta dei brani dei primi tre album è scaturito il mio primo dilemma avendone Pino composti innumerevoli; altrettanto impegnativo è stato raccontare l’artista e la sua musica senza averlo accanto: è un’opera emotivamente avvincente e appassionante». A parlare è Fabio Massimo Colasanti, stretto collaboratore del «lazzaro felice», con cui ha condiviso venti anni di studi di registrazione e tournée che ha presentato «Musicanti» l’opera teatrale con le canzoni di Pino Daniele di cui cura la direzione artistica che debutterà, e non poteva esser altrimenti, a Napoli (Palapartenope) il 7, l’8 e il 9 dicembre. In scena una storia inedita raccontata sulle note delle canzoni del mascalzone latino eseguite da un cast di artisti (Noemi Smorra, Alessandro D’Auria, Maria Letizia Gorga, Simona Capozzi, Pietro Pignatelli, Enzo Casertano, Francesco Viglietti, Leandro Amato, Ciro Capano) accompagnato sul palco da una resident band, che proporrà le canzoni nel rispetto degli arrangiamenti originali, composta da celebri musicisti amici di Pino Daniele: Hossam Ramzy, percussioni; Alfredo Golino, batteria; Fabio Massimo Colasanti, chitarra; Elisabetta Serio, tastiere; Roberto d’Aquino, basso; Simone Salza, sax; Fabrizio De Melis, viola. In alcune città, si affiancheranno Mel Collins, sax, e Jimmy Earl, basso. «Musicanti» narra la storia di Antonio che ritorna nella Napoli degli anni ‘70. Pur avendo trascorso lì l’infanzia, detesta la città ma ora ha ricevuto con un lascito testamentario del padre uno storico locale del porto, oggi in crisi, che si chiama “Ue’ Man”. Tutti temono che Antonio non veda l’ora di chiuderlo, e invece no. «In ‘Musicanti’ con la regia di Bruno Oliviero – spiegano Alessandra Della Guardia e Urbano Lione autori del testo - le musiche scandiscono il tempo e le vicende dei personaggi. La narrazione è influenzata da quelle canzoni che hanno contribuito al rinnovamento del nostro panorama musicale generando il neapolitan power in una città densa di culture e ricca di contraddizioni; una Napoli antica e moderna insieme, due anime coesistenti in cui il blues si contamina con la tamurriata, il funky con la parlesia, Pulcinella con la passione per il calcio».