Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Napoli «trasformis­ta» segna tre gol a Udine Adesso la Juve è più vicina

In rete Fabian Ruiz, Mertens e Rog. Azzurri a meno quattro dalla capolista, che frena in casa con il Genoa

- Di Monica Scozzafava

Ese fosse l’imprevedib­ilità l’arma in più del Napoli di Ancelotti? Il modo disinvolto e naturale con cui cambia pelle? Di sicuro il trasformis­mo ha sortito i suoi effetti anche a Udine, nonostante una gara più intensa che bella, più battaglier­a che elegante. Avanti un’altra. Dove per un’altra sta l’ennesima formazione che Carlo Ancelotti schiera contro l’Udinese alla nona giornata di campionato. Con un ulteriore fuori programma che diventa jolly inaspettat­o: dopo 110 secondi Verdi dà forfait, al suo posto Fabian e la sua gemma, di destro da fuori area.

Primo gol in Serie A, bellissimo come gli altri tre che ha messo a segno nei primi cinque campionati europei. Minuto quattordic­i, il Napoli ha già accorciato sulla Juve (dopo il pareggio contro il Genoa) e la partita è indirizzat­a sul filo dei nervi e della cattiveria. In albergo, il Napoli stavolta si è caricato e il pari della prima in classifica ha dato forza anche alle gambe che non ne avevano. Tre gol a zero, il risultato è troppo largo per quanto fatto vedere dall’Udinese nella fase centrale della partita, ma dice tutto e anche di più sul Napoli nato da poco sotto l’egida di Re Carlo. Mertens su rigore, appena «liberato» da Milik (richiamato in panchina) e con l’equilibrio di Hamsik che è subentrato; Rog da fuori area si becca la palma del gol più veloce del campionato: dall’ingresso in campo alla rete passano soltanto quaranta secondi. È il Napoli dalle mille identità, della squadra che cambia pelle a seconda del momento della partita e delle difficoltà a cui lo pone l’avversario. Una squadra che non ha giocato in maniera brillante, anzi. Ha sofferto De Paul tra le linee Sull’1-0 ha dato troppe volte coraggio all’Udinese e si è incattivit­a a tal punto da prendere ammonizion­i quasi a raffica.

Era partita forte, la squadra di Ancelotti. Decisa ad avvicinars­i alla vetta e la prima mezzora di gioco ha dato l’idea di una partita che potesse essere archiviata già dopo i primi quarantaci­nque minuti. Invece il Napoli ha iniziato a soffrire, non ha subito il pari soltanto per questione di millimetri, ha sfruttato la sfortuna degli avversari. Dopo l’intervallo l’Udinese ha il piglio per mettere ancora il Napoli alle strette, decide di giocare la partita come chi non ha nulla più da perdere, trema la difesa azzurra. Koulibaly non può distrarsi un secondo e alza il solito muro.

Ancelotti inizia a immaginare la trasformaz­ione: fuori Milik per Hamsik e tutto si rimette sui binari giusti. Quelli della vittoria piena, che consentono al Napoli di essere due punti più vicini alla capolista. Dopo nove giornate significa poco, ma è una carica di autostima e consapevol­ezza anche in chiave champions.

Mertens su rigore per fallo di mano di Opoku deve aspettare una buona manciata di minuti prima che il Var dia il verdetto finale, ma il belga è freddo e glaciale come un killer consumato.

Infine, Rog e il gol più veloce del west. Ancelotti è contento tre volte: la vittoria dopo la sosta, la prima volta in trasferta senza prendere gol e la certezza di avere una squadra che se modificata diventa imprevedib­ile. «Sono tutte prove di maturità ha detto l’allenatore del Napoli a fine partita - Avevamo finito bene prima della sosta, volevamo cominciare altrettant­o bene. È stata una gara combattuta, per certi versi anche sofferta. Una bella gara, una vittoria importante, con buone risposte da parte di tutti. Continuiam­o a crescere sul piano della mentalità».

E adesso la Champions e il Psg. «Una gara quasi determinan­te per il passaggio del turno. Siamo in ballo, dunque bisogna ballare». E balla bene, Ancelotti. In Europa soprattutt­o.

” Ancelotti

È stata una gara combattuta, sofferta Una vittoria importante dopo la sosta

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Esultanza Tutta la squadra abbraccia Fabian dopo il bel gol

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