Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rimpasto in giunta, l’ex pm convoca i Verdi A rischio l’alleanza
Il sindaco vedrà D’Ambrosio. Simeone: la parola torni alla politica o salta tutto
Il primo, autentico passo verso il rimpasto in giunta dovrebbe cominciare oggi: Luigi de Magistris ha convocato Maria D’Ambrosio dei Verdi per parlarle di persona. Da quanto trapela, per annunciarle che al suo posto in giunta potrebbe entrare qualcun altro. Il sindaco parlerà poi anche con gli altri assessori per fare il punto e per annunciare che sono in arrivo cambiamenti che potranno essere anche traumatici. Perché i due nuovi nomi che sembrano essere sul punto d’entrare in giunta, Monica Bonanni e Laura Marmorano, non sono esattamente espressione del Consiglio comunale, e quindi della maggioranza che sostiene il sindaco.
Ma non solo. Perché togliendo Maria D’Ambrosio, salvo sorprese che non si possono mai escludere, de Magistris di fatto romperebbe l’accordo con i Verdi lasciando che questi restino alleati soltanto di Vincenzo De Luca in Regione. E non è cosa di poco conto, atteso che la maggioranza al Comune di Napoli si regge su numeri risicati e che — volendo parlare di De Luca, nemico giurato del sindaco — il presidente della Regione può contare già su tre consiglieri a Napoli: Lebro, Venanzoni e Palmieri, oltre che su ciò che resta del Pd.
Eppure il sindaco pare intenzionato ad andare avanti, costi quel che costi. Facendo pochi calcoli su Napoli, perché non è ricandidabile, e pensando forse a intese che gli tornino più utili per le prossime Europee del 2019 e, in prospettiva, anche per le Regionali del 2020.
In tal senso si inquadra l’incredibile storia di Alessandra Sardu, assessore nominata dai Riformisti di Gabriele Mundo. La Sardu, però, nel frattempo è passata con Dema, e il gruppo di Mundo ha perso anche un consigliere in aula, Fulvio Frezza, che si è iscritto al gruppo misto. Si dirà: tutto semplice, Mundo, come i Verdi, non ha diritto con due consiglieri all’assessorato? E invece no. O meglio, «nì». Perché l’assessorato non l’avrà ma ha ottenuto che la Sardu, che non risponde politicamente più a lui, venga sostituita. fatto che mette politicamente in un angolo il sindaco. Salvo. ovvio, che de Magistris non si impunti e la difenda perché col passare del tempo ha imparato ad apprezzarla. Se comunque andrà a finire come si dice, allora Mundo prenderà la delega ai cimiteri oggi gestita dalla Sardu, e in cambio continuerà a votare con la maggioranza del sindaco. Altrimenti no.
Ma non finiscono qui i mal di pancia al Comune. Fatti due conti, il sindaco rischia di perdere anche i tre voti degli Sfasteriati, per i quali non sembra esserci spazio in giunta, e i tre di Agorà: in tutto sono sei consiglieri che, ovviamente, come per i Verdi, si sentiranno con le mani libere di votare ciò che ritengono senza però vincoli di maggioranza. Maggioranza che dunque non sarà più tale. E quindi de Magistris, se intenderà proseguire fino a fine mandato, dovrà di volta in volta trovare intese con i gruppetti e gruppettini che siedono in aula. E che certamente i nuovi innesti in giunta non rappresentano perché ritenuti vicini a Sergio D’Angelo, commissario dell’Abc, e Ivo Poggiali, presidente della terza Municipalità.
Nelle ultime ore è circolato anche il nome di Rosaria Galiero, figlia di Salvatore ex consigliere ds e oggi componente del collegio sindacale dell’Anm. La Galiero, nel 2016, è stata la prima dei non eletti con «Sinistra in Comune», gruppo che chiede più spazio. Non si sa però se ciò possa significare che uno degli attuali eletti con la Sinistra possa andare in giunta, e quindi fa subentrare Galiero; oppure che Galiero, per esempio, vada a fare l’assessore nella municipalità lasciata vacante dalla Marmorano. Si vedrà. Il tutto, mentre il clima è incandescente e la maggioranza è sul punto di implodere. Prova ne sono le parole di Nino Simeone, che col suo partito ha rifiutato l’assegnazione delle deleghe ai consiglieri come invece pare si accingano a fare i Riformisti di Mundo ma non gli Sfasteriati. «C’è il rischio concreto che la situazione politica tra Palazzo San Giacomo e Via Verdi possa precipitare da un momento all’altro», sostiene Simoene che presiede l’importante commissione Infrastrutture e Mobilità. «Troppi inciuci a corte e troppi dilettanti allo sbaraglio — a suo avviso —, che vestiti i panni di improbabili Winston Churchill, in salsa arancione, stanno gestendo maldestramente una situazione delicata come quella del rimpasto di Giunta per il rilancio dell’azione amministrativa di questa maggioranza». Ed ancora: «Vedo e sento utilizzare metodi bislacchi, pur sempre di stampo inglese ma molto più simili a quelli utilizzati nei film di spionaggio comico del simpatico e goffo Mister Bean in «Johnny English» rispetto a quelli di cui il grande Churchill ne era maestro. La politica è una cosa seria». Per l’esponente di Agorà, eletto nel 2016 con le liste di Dema, «ecco perché adesso, più di ieri, sono molto preoccupato dei danni che stanno provocando costoro e se Luigi De Magistris non interverrà direttamente, riprendendo lui stesso il timone di questa maggioranza in Consiglio comunale, rischiamo di rendere vano ogni nostro sacrificio fatto negli ultimi anni. Bisogna rimettere al centro della discussione politica la nostra città e niente altro, altrimenti rischiamo seriamente di andare a sbattere. Tutti».