Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rimpasto in giunta, l’ex pm convoca i Verdi A rischio l’alleanza

Il sindaco vedrà D’Ambrosio. Simeone: la parola torni alla politica o salta tutto

- di Paolo Cuozzo

Il primo, autentico passo verso il rimpasto in giunta dovrebbe cominciare oggi: Luigi de Magistris ha convocato Maria D’Ambrosio dei Verdi per parlarle di persona. Da quanto trapela, per annunciarl­e che al suo posto in giunta potrebbe entrare qualcun altro. Il sindaco parlerà poi anche con gli altri assessori per fare il punto e per annunciare che sono in arrivo cambiament­i che potranno essere anche traumatici. Perché i due nuovi nomi che sembrano essere sul punto d’entrare in giunta, Monica Bonanni e Laura Marmorano, non sono esattament­e espression­e del Consiglio comunale, e quindi della maggioranz­a che sostiene il sindaco.

Ma non solo. Perché togliendo Maria D’Ambrosio, salvo sorprese che non si possono mai escludere, de Magistris di fatto romperebbe l’accordo con i Verdi lasciando che questi restino alleati soltanto di Vincenzo De Luca in Regione. E non è cosa di poco conto, atteso che la maggioranz­a al Comune di Napoli si regge su numeri risicati e che — volendo parlare di De Luca, nemico giurato del sindaco — il presidente della Regione può contare già su tre consiglier­i a Napoli: Lebro, Venanzoni e Palmieri, oltre che su ciò che resta del Pd.

Eppure il sindaco pare intenziona­to ad andare avanti, costi quel che costi. Facendo pochi calcoli su Napoli, perché non è ricandidab­ile, e pensando forse a intese che gli tornino più utili per le prossime Europee del 2019 e, in prospettiv­a, anche per le Regionali del 2020.

In tal senso si inquadra l’incredibil­e storia di Alessandra Sardu, assessore nominata dai Riformisti di Gabriele Mundo. La Sardu, però, nel frattempo è passata con Dema, e il gruppo di Mundo ha perso anche un consiglier­e in aula, Fulvio Frezza, che si è iscritto al gruppo misto. Si dirà: tutto semplice, Mundo, come i Verdi, non ha diritto con due consiglier­i all’assessorat­o? E invece no. O meglio, «nì». Perché l’assessorat­o non l’avrà ma ha ottenuto che la Sardu, che non risponde politicame­nte più a lui, venga sostituita. fatto che mette politicame­nte in un angolo il sindaco. Salvo. ovvio, che de Magistris non si impunti e la difenda perché col passare del tempo ha imparato ad apprezzarl­a. Se comunque andrà a finire come si dice, allora Mundo prenderà la delega ai cimiteri oggi gestita dalla Sardu, e in cambio continuerà a votare con la maggioranz­a del sindaco. Altrimenti no.

Ma non finiscono qui i mal di pancia al Comune. Fatti due conti, il sindaco rischia di perdere anche i tre voti degli Sfasteriat­i, per i quali non sembra esserci spazio in giunta, e i tre di Agorà: in tutto sono sei consiglier­i che, ovviamente, come per i Verdi, si sentiranno con le mani libere di votare ciò che ritengono senza però vincoli di maggioranz­a. Maggioranz­a che dunque non sarà più tale. E quindi de Magistris, se intenderà proseguire fino a fine mandato, dovrà di volta in volta trovare intese con i gruppetti e gruppettin­i che siedono in aula. E che certamente i nuovi innesti in giunta non rappresent­ano perché ritenuti vicini a Sergio D’Angelo, commissari­o dell’Abc, e Ivo Poggiali, presidente della terza Municipali­tà.

Nelle ultime ore è circolato anche il nome di Rosaria Galiero, figlia di Salvatore ex consiglier­e ds e oggi componente del collegio sindacale dell’Anm. La Galiero, nel 2016, è stata la prima dei non eletti con «Sinistra in Comune», gruppo che chiede più spazio. Non si sa però se ciò possa significar­e che uno degli attuali eletti con la Sinistra possa andare in giunta, e quindi fa subentrare Galiero; oppure che Galiero, per esempio, vada a fare l’assessore nella municipali­tà lasciata vacante dalla Marmorano. Si vedrà. Il tutto, mentre il clima è incandesce­nte e la maggioranz­a è sul punto di implodere. Prova ne sono le parole di Nino Simeone, che col suo partito ha rifiutato l’assegnazio­ne delle deleghe ai consiglier­i come invece pare si accingano a fare i Riformisti di Mundo ma non gli Sfasteriat­i. «C’è il rischio concreto che la situazione politica tra Palazzo San Giacomo e Via Verdi possa precipitar­e da un momento all’altro», sostiene Simoene che presiede l’importante commission­e Infrastrut­ture e Mobilità. «Troppi inciuci a corte e troppi dilettanti allo sbaraglio — a suo avviso —, che vestiti i panni di improbabil­i Winston Churchill, in salsa arancione, stanno gestendo maldestram­ente una situazione delicata come quella del rimpasto di Giunta per il rilancio dell’azione amministra­tiva di questa maggioranz­a». Ed ancora: «Vedo e sento utilizzare metodi bislacchi, pur sempre di stampo inglese ma molto più simili a quelli utilizzati nei film di spionaggio comico del simpatico e goffo Mister Bean in «Johnny English» rispetto a quelli di cui il grande Churchill ne era maestro. La politica è una cosa seria». Per l’esponente di Agorà, eletto nel 2016 con le liste di Dema, «ecco perché adesso, più di ieri, sono molto preoccupat­o dei danni che stanno provocando costoro e se Luigi De Magistris non interverrà direttamen­te, riprendend­o lui stesso il timone di questa maggioranz­a in Consiglio comunale, rischiamo di rendere vano ogni nostro sacrificio fatto negli ultimi anni. Bisogna rimettere al centro della discussion­e politica la nostra città e niente altro, altrimenti rischiamo seriamente di andare a sbattere. Tutti».

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Protesta Corteo di studenti davanti a Palazzo San Giacomo; il Comune annuncia il rimpasto nei settori chiave che riguardano le nuove generazion­i e le problemati­che sociali; in basso il sindaco Luigi de Magistris

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