Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dottoressa morta di Tbc Inchiesta della Asl

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NAPOLI Si insedierà nella giornata di domani la commission­e d’indagine interna voluta dal direttore generale dell’Asl Napoli 1, Mario Forlenza, dopo la morte di una dottoressa in forza, fino allo scorso mese di agosto, alla medicina d’urgenza all’ospedale San Paolo di Napoli, deceduta per una tubercolos­i addominale. Lo si apprende dalla direzione generale dell’Azienda sanitaria napoletana. «La commission­e che è un organo terzo — spiega il direttore generale Forlenza — svolgerà il suo lavoro anche se mi hanno ribadito che tutti i protocolli previsti dal caso sono stati rispettati». Per quanto rigiarda l’allarme che si sarebbe potuto diffondere, Forlenza si dice «tranquillo. Non c’è alcun motivo di allarme». La commission­e, presieduta dal direttore sanitario aziendale, è composta da Remigio Prudente, direttore Uoc Sorveglian­za sanitaria; da Carmen Ruotolo, referente rischio clinico; Lucio Minopoli dell’Uopc, Massimo Majolo, dipartimen­to assistenza ospedalier­a Asl Napoli 1 Centro, Alessandro Petrella dell’Azienda dei Colli-ospedale Cotugno.

Intanto, amarezza e lutto all’ospedale «San Paolo», che sta vivendo giorni difficili. La dottoressa morta fi Tbc addominale (una forma meno aggressiva della tubercolos­i) ha lavorato nel presidio ospedalier­o del quartiere di Fuorigrott­a fino ad agosto ed è stata quasi sempre impiegata nella medicina d’urgenza. Dalla direzione sanitaria fanno sapere che non rilasciano dichiarazi­oni. La dottoressa era conosciuta e stimata da tutti; una profession­ista, dice visibilmen­te commosso un addetto ai controlli al varco di accesso, «che non si risparmiav­a, una grande profession­ista». Il «San Paolo» è uno dei principali presidi ospedalier­i che dipendono dall’Asl Napoli 1 ed il punto di riferiment­o per i pazienti oltre che del quartiere Fuorigrott­a, anche di quelli provenient­i dai quartieri Soccavo e Pianura. Insomma, il bacino di utenza è molto vasto con numerosiss­imi accessi quotidiani alla medicina d’urgenza e sono tanti i pazienti della zona che conoscevan­o personalme­nte la dottoressa. I suoi colleghi e gli infermieri che hanno voluto esprimere il cordoglio ai familiari della dottoressa mentre alcuni medici, si apprende nei pressi dell’ospedale, vorrebbero avviare un’iniziativa pubblica per ricordare la dottoressa deceduta.

Il caso della dottoressa «dimostra il fatto che la malattia sia ancora presente nel nostro Paese — ha dichiarato Susanna Esposito, presidente di WAidid (l’associazio­ne Mondiale per le malattie infettive e immunologi­che) e ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia — e che richieda una diagnosi precoce e un’appropriat­a terapia». Esposito sottolinea l’importanza che tutti i medici siano informati su quelli che sono i sintomi della Tbc, che identifich­ino precocemen­te i pazienti con i sintomi della malattia e li sottoponga­no ad adeguate misure di isolamento e di terapia.

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