Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il ministero boccia le grate del metrò: «Piazza del Plebiscito non si tocca»
Una lettera al Comune blocca il cantiere. L’assessore Calabrese: «Ora è una scelta tardiva»
Associazioni e comitati esultano. E così pure Tomaso Montanari e gli altri intellettuali intervenuti sul Corriere del Mezzogiorno. Le grate di ventilazione in piazza Plebiscito non si faranno. Il Ministero dei beni e attività culturali ha inviato una lettera al Comune di Napoli in cui sospende il parere favorevole della soprintendenza. Di fatto, sconfessando la decisione di Garella.
Associazioni e comitati
NAPOLI esultano. E così pure Tomaso Montanari e gli altri intellettuali intervenuti sul Corriere
del Mezzogiorno. Le grate di ventilazione in piazza Plebiscito non si faranno. Il ministero dei Beni e attività culturali ha inviato una lettera al Comune di Napoli in cui sospende il parere favorevole della Soprintendenza. Di fatto, sconfessando la decisione di Garella.
La scelta di allungare il tunnel di ventilazione della Linea 6 fino al Plebiscito era stata considerata un vero e proprio scempio da Marta Herling, Maria Rosaria de Divitiis e molti altri. E i Cinque Stelle avevano annunciato un'interrogazione parlamentare. «Quando si sposano battaglie giuste nell’interesse dell’intera città, i risultati si ottengono. Il governo si è attivato, su nostra sollecitazione, per approfondire la vicenda e fermare la deturpazione di una delle piazze simbolo di Napoli», dichiarano Franco Ortolani e Valeria De Lorenzo, firmatari dell’interrogazione insieme con Vincenzo Presutto. «Ancora non capiamo come il soprintendente Luciano Garella, nominato dall’ex ministro del Pd Dario Franceschini, abbia potuto concedere le autorizzazioni per accorgersi, col senno di poi e solo dopo i nostri rilievi, di aver commesso un inspiegabile errore. L’avvio dei lavori con il sollevamento dei basoli dinanzi al colonnato di San Francesco è stato un colpo al cuore per i napoletani», concludono.
Marta Herling, appreso della lettera del MiBac, parla di «una decisione importante e un esempio di grande significato. Per la città di Napoli e la sua tutela e per tutti coloro che si impegnano con serietà e alta vigilanza a difesa del nostro patrimonio, dei diritti e della sicurezza dei cittadini. È un riconoscimento che ci conforta nella azione e vie che abbiamo intrapreso».
Sulla stessa linea il coordinatore delle Assise cittadine Francesco De Notaris che rivendica: «Una vittoria nostra e delle altre associazioni che con il sopralluogo dell’8 ottobre nei luoghi del cantiere hanno portato la questione all’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni nazionali». Ancora delle Assise, il segretario generale Francesco Iannello: «Un importante segnale positivo da parte del governo di attenzione al grande patrimonio culturale della citta di Napoli riconosciuto dall’Unesco. Un patrimonio la cui cura e conservazione dovrebbe essere la principale preoccupazione delle istituzioni locali e nazionali». Riccardo Caniparoli di Italia Nostra pare quasi incredulo: «Finalmente dopo tanto insistere e dopo tanti danni al patrimonio storico, artistico, ambientale e monumentale la voce della città pensante è stata ascoltata». Infine, anche Nino Simeone, presidente della commissione consiliare Infrastrutture, ricorda di essere intervenuto con una lettera al ministro Bonisoli, per sottoporre la questione.
Dal canto suo, l’assessore Calabrese lamenta il parere tardivo del MiBac: «Cercheremo di capire le motivazioni che hanno spinto il ministero a prendere questa decisione solo ora, dopo che il cantiere si è aperto ad aprile, e se ci sono margini di manovra, perché la camera di ventilazione in quella zona è necessaria, altrimenti non si completa la Linea 6. Le alternative? Piazza Carolina e piazza Trieste e Trento con la realizzazione di un nuovo scavo». Montanari invece si dichiara «contento che al ministero c’è ancora qualcuno che lavora. Spero che il Comune si renda conto delle priorità». Ortolani conclude con saggezza: «È la vittoria del buonsenso, ma tanto buonsenso servirà per completare l’opera».