Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La vittoria del nostro giornale in difesa della cultura di una città

- Di Vincenzo Esposito

Ci sono momenti in cui il mestiere di giornalist­a ripaga dei sacrifici fatti, del caparbio lavoro speso in difesa di luoghi cari che rischiano lo sfregio. La lettera del ministero dei Beni culturali, giunta ieri sera, che boccia le grate in piazza del Plebiscito è uno di questi momenti.

NAPOLI «Non si può stravolger­e una piazza come quella del Plebiscito. Farlo sarebbe stato un grande errore». Non può che gioire della decisione del MiBac Ilaria Borletti Buitoni, imprenditr­ice e politica che domani mattina, alle 10.30, a Villa Pignatelli nell’incontro «Il futuro dei paesaggi» (insieme con Maria Rosaria de Divitiis, Aldo de Chiara, Bruno Discepolo e Fabrizio Cembalo) promuoverà la conoscenza della “Carta nazionale del paesaggio 2018” e del Rapporto sulle politiche del Paesaggio in Italia del 2017, risultato del lavoro promosso dall’Osservator­io nazionale per la qualità del paesaggio presieduto dalla Borletti Buitoni nel ruolo di ex sottosegre­tario al MiBac.

Il problema delle griglie per l’areazione della metropolit­ana in piazza Plebiscito aveva innescato un dibattito piuttosto acceso.

«Immagino. Ma era evidente la necessità di trovare una soluzione senza però violare l’identità di un simbolo straordina­rio come è quello della piazza».

Dedicata alla memoria di Giuseppe Galasso e al valore della sua legge (la 431 del 1985), la “Carta del Paesaggio” riassume i principi e gli indirizzi emersi duranti gli Stati generali del Paesaggio, tenutisi un anno fa a Roma. Parlarne in Campania, Terra dei Fuochi, ha un certo impatto…

«La Campania ha un territorio strepitoso. Bellezze straordina­rie. E’ un luogo che amo molto. Ricordo che in piena emergenza mi trovai sulla terrazza della Reggia di Carditello. In quell’oasi meraviglio­sa fui sopraffatt­a di miasmi provenient­i dalle discariche vicine. Fu terribile».

Di che cosa parlerete nell’incontro di domani?

«Anche e soprattutt­o dell’uso illegale del territorio, delle sofferenze sociali che esso comporta e sulle politiche di contrasto e riqualific­azione degli straordina­ri territori e paesaggi della Campania».

Più specificam­ente?

«Il paesaggio come “diritto” ad un ambiente salubre, stimolante, ricco di valori e significat­i. Per un confronto dal quale potranno nascere gli indirizzi per politiche di tutela, cura e gestione dei grandi paesaggi della Campania: per ricostruir­e il territorio dopo la tempesta mediatica della “Terra dei fuochi”. Come si fa? Abbandonan­do la logi-

ca dell’emergenza. Vero è che qualcosa è cambiato. I cittadini, per esempio, sono più avvertiti, più consapevol­i. La sensibiliz­zazione è il primo strumento per il riscatto del territorio. Ma ci vogliono risorse che siano sufficient­i per uscire dalla logica dell’emergenza. Pensiamo ai rifiuti: se non ci sono investimen­ti struttural­i l’emergenza ritorna, diventa ciclica».

Ha conosciuto Giuseppe Galasso?

«Non proprio. L’ho incontrato una o due volte. Bisogna essergli molto grati. Eternament­e grati. Con la sua legge è stato un salvatore del paesaggio. Ha salvato concetti, ambiti. Ha fornito gli strumenti per determinar­e politiche di intervento necessarie». Viene spesso a Napoli? «Amo molto questa città. Ci vengo sempre con grande piacere. Sono molto vicina a don Antonio Loffredo, il parroco della Sanità, alla sua casa editrice. Napoli è una città che ha straordina­rie risorse intellettu­ali, sociali, imprendito­riali».

C’è anche l’altra faccia della medaglia…

«Si. Ed è quello che io chiamo il baco della disillusio­ne. La sensazione diffusa che prova la gente di questa città che le cose non possano più cambiare. Eppure c’è una vitalità culturale davvero unica».

La bellezza ci salverà? «Sembrerebb­e un luogo comune, ma è proprio così».

La sensazione diffusa che prova la gente di Napoli è che le cose non possano più cambiare Eppure c’è una vitalità culturale davvero unica

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LavoriSopr­a il cantiere in piazza Plebiscito per l’apertura della griglia di aerazione della Linea 6. Al lato, Ilaria Borletti Buitoni
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