Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tra Sant’Egidio e il Pd: ritratto di una donna forte
Una donna imprenditrice. Con un carattere molto autonomo e schietto. Ecco chi è Rossella Paliotto.
NAPOLI Una donna imprenditrice. Con un carattere molto autonomo e altrettanto schietto. La ormai quasi certa nuovo presidente della Fondazione Banco Napoli non è tipo da mandare a dire le cose che non vanno. Come ha fatto con Daniele Marrama, quando era al vertice dell’ente, con cui lei, proprio difendendo il proprio punto di vista di imprenditrice meridionale, è stata negli ultimi tempi in polemica, per una diversa visione delle strategie da adottare.
Rossella Paliotto proviene da una famiglia di imprenditori molto nota in città e non solo. Il padre, Salvatore, campano, fu presidente dell’Unione Industriali di Napoli, la madre, Maria Pia Incutti, salernitana la quale, però, ha vissuta tutta la sua giovinezza al Nord, è sorella di Lia Rumma, la famosa gallerista. Una vera cultrice della famiglia, anzi dei clan familiari nel senso buono del termine: i nonni materni calabresi ebbero 11 figli, uno in ogni città d’Italia, quelli paterni sette, tutti nati a Napoli.
Rossella è una donna legatissima alla sua terra, oggi col fratello Umberto gestisce un gruppo imprenditoriale fortemente ancorato alle radici meridionali ma sparso dappertutto, e soprattutto estremamente diversificato: spazia dalle infrastrutture ferroviarie all’edilizia pubblica e privata, dalle energie rinnovabili al turismo alberghiero, passando per una società che ha investito nelle start up innovative. Infine è fortemente impegnata anche nel campo dei beni culturali: la passione per l’arte l’ha ereditata dalla mamma e dalla zia, e con la madre ha dato vita al Plart, il Museo della Plastica a via Martucci, Fondazione nata per promuovere la storia e la cultura dei materiali polimerici, iniziativa che ha avuto un grosso successo
Rossella ha due figli, un maschio, Flavio, e una femmina, Lucilla. Nonostante le numerose attività che la tengono impegnata fuori casa per la maggior parte del tempo, Paliotto è un’ottima cuoca ed ha una vera e propria passione per la cucina. Infatti, il food di qualità, l’amore per le produzioni Dop e Igp e il piacere di rappresentare le antiche tradizioni gastronomiche che contraddistinguono la sua terra sono la sua passione: alcuni anni fa avviò due brand nel settore, Tesoritalia e Mealitaly. Casa sua e della madre sono sempre state salotti di ritrovo culturale dei napoletani che contano. La famiglia, che ha attività industriali anche a Lecce, ha frequentato con assiduità Adriana Poli Bortone, a lungo sindaco, mentre, da quando era in vita il papà Salvatore, tra i suoi amici può annoverare il potente ex ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino.
In passato è stata molto attiva in Confindustria e in Unindustria Napoli, poi però non ha più salito le scale di palazzo Partanna e ha preferito entrare nella Compagnia delle Opere, stringendo un solido legame, anche di amicizia, col presidente campano Mario Barretta. Fa parte attiva della Comunità di Sant’Egidio ed è stata nominata dal cardinale nella Fondazione «Fare chiesa, fare città».
Le frequentazioni a tutto campo della famiglia Paliotto tagliano trasversalmente il mondo politico e imprenditoriale campano. Rossella è amica di Sergio Fedele, con il quale è stata tra le promotrici di Napoli Punto e a Capo, associazione di cittadinanza attiva, e ha condiviso molte iniziative con l’ala cosiddetta movimentista di Unindustria cittadina, in particolare con Gianni Lettieri, che è stato presidente dell’associazione imprenditoriale. Oltre a essere stata lei stessa presidente dei giovani imprenditori napoletani e vice presidente della locale piccola industria e per molti anni anche membro di giunta.
Politicamente si può definire una moderata, è stata candidata civica per l’assemblea nazionale costituente del Partito democratico e fu eletta, poi si dimise perché in Campania non era stato rispettato il criterio delle quote rosa. Alla prima elezione del sindaco Luigi de Magistris è stata capolista del Popolo della Libertà, e non ha mai avuto simpatie per l’amministrazione comunale attuale. Circolò il suo nome per una candidatura tecnica quale assessore regionale alle Attività produttive nella giunta regionale guidata da Vincenzo De Luca.
Qualche rimpianto? «Ho sempre avuto a cuore il forte disagio del territorio meridionale – spiega – soprattutto le poche opportunità che ci sono per i giovani. E penso che questo sia il vero fallimento della classe dirigente, la quale non ha saputo trattenere questo importante capitale umano al Sud».