Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Camera di Commercio il nuovo leader è Fiola Ma Confindustria attacca
«La Regione doveva aspettare il ricorso al Consiglio di Stato»
Alla fine, alla terza votazione,
NAPOLI Ciro Fiola è stato eletto presidente della Camera di commercio. Con un voto in più rispetto alla scorsa settimana, tra l’altro venti dei 33 consiglieri delegati lo hanno sostenuto. Nove le schede nulle (quelle di Confindustria, Acen, Claai Napoli, Cna, Confartigianato, Confocommercio e Confesercenti), un solo componente si è astenuto, è Giovanni Sgambati della Uil, in rappresentanza dei sindacati: «Coerentemente abbiamo riconfermato la nostra posizione, che non è contraria, certo è che le spaccature non aiutano». Detto questo si chiude una pagina dopo tre anni di commissariamento, anche se a nulla è valso l’appello all’unità del presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Anzi. Perché Confindustria che guida la compagine avversa a Fiola se la prende proprio con Palazzo Santa Lucia. «L’elezione e l’insediamento del presidente e del nuovo consiglio costituiscono una sconfitta per il sistema associativo — scrivono in una nota comune —. È noto infatti come il nuovo presidente sia espressione di organizzazioni non davvero rappresentative del tessuto imprenditoriale metropolitano. Quali sono infatti, a memoria degli operatori economici e delle istituzioni locali, gli atti da loro posti in essere in rappresentanza di imprese? Nel nuovo organismo le imprese non trovano dunque adeguata rappresentanza. La presenza di nostri rappresentanti è dovuta al rispetto per la magistratura e le istituzioni, nella convinzione che il Consiglio di Stato saprà ristabilire l’effettiva realtà». Le associazioni di categoria si riferiscono al ricorso (dopo quello al Tar) al Consiglio di Stato che dovrà decidere a gennaio. Da qui l’accusa alla Regione di aver accelerato inutilmente i tempi: «Lascia perplessi il comportamento tenuto dalla Regione Campania, che avrebbe potuto aspettare l’udienza già fissata a gennaio dal Consiglio di Stato, invece di insediare un consiglio comunque sub iudice. Ma quello che è assolutamente inaccettabile è la palese difformità di trattamento mostrata dalla Regione Campania in due procedimenti identici. Il potere di controllo, cui l’ente regionale è tenuto per legge, è stato puntualmente esercitato per
I controlli effettuati non trovano precedenti nella storia dell’ente camerale
la formazione del consiglio camerale della costituenda Camera di commercio Irpinia - Sannio. In quel caso, per verificare il grado di rappresentatività di alcune Associazioni, la Regione ha richiesto un’ulteriore e dettagliata documentazione. Così non ha fatto per il rinnovo della Camera di commercio di Napoli». E concludono: «Una difformità di trattamento, che non potrà non essere rilevata dagli organi giudiziari, nei confronti dei quali nutriamo la massima fiducia».
Il nuovo presidente festeggia sereno, tra l’altro rilanciando: nel suo discorso di insediamento annuncia, infatti, che proporrà la modifica dello Statuto per l’elezione diretta del consiglio stesso. Di fatto sfidando i suoi avversari a viso aperto.
«Gli scrupolosi controlli sulla totalità degli atti non trova alcun precedente nella storia per il rinnovo delle Camere di commercio. Ed il risultato conseguito legittima l’odierna composizione del consiglio camerale, confermato anche dalla sentenza dei giudici amministrativi. E sono certo che sarà confermata anche dai giudizi ancora pendenti, già dichiarati carenti e infondati, e presentati solo per ritardare l’insediamento di questo consiglio». Poi continua: «La verità è che c’è una crisi della rappresentanza che riguarda anche Confindustria: tutte insieme le associazioni presenti in consiglio non rappresentano neanche il 10 per cento delle 300 mila aziende iscritte alla Camera. Dobbiamo cercare di recuperare questo rapporto con le imprese. Laddove ci sono i presupposti, propongo l’elezione diretta di tutto il consiglio e le imprese tutte vengono a votare così vediamo chi è capace e chi no. Il risultato non cambierebbe neanche se accogliessimo le loro lamentale». Fiola annuncia di voler riportare ai «vecchi splendori la Camera, un compito arduo». In che modo? Semplificando le procedure, dice, e riportando all’interno dell’ente funzioni delegate alla Regione, per esempio. «Le risorse non dovranno più andare ai Confidi, ma direttamente alle imprese». Si gode la vittoria l’ex consigliere comunale che ha già lanciato la figlia Bruna in consiglio regionale: «Era un sogno diventare presidente. Siamo pronti all’impresa, siamo in grado di gestire la cosa pubblica».
Il risultato legittima gli attuali consiglieri e verrà confermato anche in giudizio
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Aziende Dobbiamo cercare di recuperare il rapporto con le imprese del nostro territorio