Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Venerdì la nuova giunta» De Magistris cambia due assessori e il suo vice ma va sotto in maggioranz­a

Consiglio sull’emergenza trasporti, in aula non c’è numero legale Rimpasto, Panini sarà il numero due. Ai Verdi niente assessorat­o

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Venerdì prossimo Luigi

NAPOLI de Magistris illustrerà il rimpasto in giunta. Un anno dopo averlo annunciato, c’è la data. «È un giro di boa importante per cui avverto tanta responsabi­lità, motivazion­e e coinvolger­ò tutti, dalla giunta al Consiglio ai miei collaborat­ori», spiega il sindaco. Che però precisa: «Devo definire le ultime cose». I cambiament­i non riguardera­nno solo la giunta ma che si tratta «di un intervento importante di rilancio complessiv­o dell’attività politica e amministra­tiva. È una fase nuova non solo amministra­tiva ma fortemente caratteriz­zata da una rigenerazi­one politica di tutta la coalizione».

Parole che arrivano nel giorno di un clamoroso flop in consiglio comunale in cui la maggioranz­a che sostiene il sindaco è andata in frantumi. E non in una riunione qualunque ma quando all’ordine del giorno c’è la seduta sui problemi legati alla Mobilità. Come se Napoli non fosse la città in cui l’Anm è in concordato preventivo (domani il Tribunale tirerà le somme e stabilirà se il Piano di salvataggi­o dell’azienda è percorribi­le); dove la Ctp non paga gli stipendi da mesi; dove i bus passano col contagocce e il traffico è costanteme­nte impazzito. E con un centinaio di cantieri aperti. Ma la cosa più paradossal­e, è che la seduta era stata richiesta dal gruppo di Agorà, che è in maggioranz­a e che conta tra le sue fila il presidente della commission­e Mobilità. Tutto, davvero, incredibil­e. Ciò nonostante, la maggioranz­a — o ciò che rimane — ha trovato il modo da saldare i conti al suo interno facendo venire meno il numero legale alla richiesta dell’esponente Dem, Diego Venanzoni. Un flop. Che al di là delle motivazion­i — e giustifica­zioni — di facciata, altro non è che il benvenuto alle scelte che sulla giunta si appresta a prendere de Magistris, che pare voler rinunciare all’accordo con i Verdi, dopo aver spiegato a Maria D’Ambrosio che non farà più l’assessore. Ma inserendo un esponente vicino a Insurgenci­a, Laura Marmorale, che è anche assessore alla terza Municipali­tà; eppoi Monica Buonanno, politicame­nte vicina a Sergio D’Angelo, oggi commissari­o dell’Abc e capo di Gesco, con cui de Magistris ha riavviato il dialogo anche in chiave futura in vista delle Europee 2019 e Regionali 2020.

L’altro assessore che dovrebbe lasciare è Alessandra Sardu: le sue deleghe ai cimiteri andranno al consiglier­e Gabriele Mundo dei Riformisti. Fu proprio Mundo a indicare la Sardu, poi però passata in Dema. E oggi, sempre Mundo, ha chiesto e ottenuto dal sindaco che la Sardu lasci il posto perché non risponde più al suo gruppo. Cosa che, salvo sorprese, dovrebbe accadere. A meno che non sia Roberta Gaeta, assessore al welfare, a rischiare all’ultimo minuto. Ma non solo. Perché de Magistris — salvo sorprese — annuncerà anche che Enrico Panini sarà il nuovo vicesindac­o. Una scelta molto politica che il sindaco giustifich­erà con «la centralità del bilancio comunale» in questa fase con quella che si preannunci­a la madre di tutte le battaglie per la ripresenta­zione del piano di salvataggi­o alla corte dei conti entro il 30 novembre prossimo. Da qui, la scelta di sostituire Raffaele Del Giudice nel ruolo di vicesindac­o a cui andranno tutte le deleghe all’Ambiente, anche quelle a parchi e giardini finora gestite a D’Ambrosio. Mentre alla Bonanno, che proviene da Italia Lavoro, andrà la delega al personale che sarà tolta a Panini per alleggerir­lo un po’.

In Municipio si racconta che la scelta di puntare su Panini potrebbe generare qualche tensione con Alessandra Clemente, che, visti i segnali ricevuti, immaginava forse d’esser lei il cavallo vincente sul quale il sindaco avrebbe puntato per il futuro. Si vedrà. Al momento, però, pare proprio che sarà Panini a gestire un’eventuale uscita di de Magistris — in presenza di dimissioni o decadenza — in caso di un’ipotetica elezione alle prossime Europee o alle future Regionali. Un quadro ancora tutto da dipingere, certo, ma che presuppone scelte immediate. Da qui, l’annuncio del rimpasto da parte del sindaco.

Scenari futuri a parte, quel che è visibile è che il sindaco si schiera anche politicame­nte contro il governator­e De Luca: la scelta di rinunciare all’appoggio dei Verdi in Consiglio comunale va infatti in questa direzione. Perché il partito ambientali­sta, che ha nel consiglier­e regionale Francesco Borrelli il suo leader, è in maggioranz­a anche in Regione. E farlo fuori dalla giunta de Magistris significhe­rebbe tagliare l’ultimo punto di contatto con Palazzo Santa Lucia, e con il presidente della Regione. Il quale, in Consiglio comunale a Napoli, già può contare su una folta pattuglia di consiglier­i che rispondono direttamen­te e lui: da Venanzoni (Pd) a Palmieri (NP) fino a Lebro (La Città); quest’ultimo che, non appena saranno unificati i 5 istituti delle Case popolari, sarà nominato dalla Regione presidente Iacp. E così, oltre ai cinque consiglier­i eletti col Pd, presto all’opposizion­e del sindaco dovrebbero esserci anche i Verdi. E se a questo si aggiunge che M5s, FI, FdI e Lega sono già opposizion­e, ecco che il cammino politico del sindaco è tutto in salita. A Napoli come a Roma. E in aula i risultati si vedono tutti. Perché oggi la maggioranz­a è di appena 22 consiglier­i su 40, compresi due eletti del gruppo misto. Coalizione che arriva a 23 consiglier­i se il sindaco si presenta in aula per ogni votazione. Davvero troppo poco.

” Il sindaco

È un giro di boa importante per cui avverto tanta responsabi­lità, motivazion­e e coinvolger­ò tutti

I numeri

Oggi la maggioranz­a è di 22 consiglier­i su 40, compresi due eletti del gruppo misto Coalizione che arriva a 23 con il primo cittadino in aula

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