Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tubercolos­i al San Paolo, i sindacati: chiederemo l’intervento del ministro

La Cisl prepara un dossier e l’Asl nomina una commission­e. Al vaglio il caso di una paziente con sospetta Tbc «libera» di girare tra i reparti

- Raffaele Nespoli

NAPOLI Ieri mattina i membri della commission­e nominata dal direttore generale dell’Asl Napoli 1 sono arrivati all’ospedale San Paolo con un solo obiettivo: capire se ci siano rischi di un contagio di tubercolos­i e se al nosocomio di Fuorigrott­a possano esserci falle nei protocolli di sicurezza attuati dalla direzione sanitaria.

Il caso è esploso venerdì scorso, dopo il decesso per tubercolos­i addominale di una dottoressa in forza, fino ad agosto scorso, alla medicina d’urgenza del San Paolo. L’intenzione del dg Mario Forlenza è stata quella di attivare «un organo terzo, che svolgerà un’accurata indagine». Forlenza ha anche ribadito di aver ricevuto rassicuraz­ioni dalla direzione sanitaria sul rispetto dei protocolli previsti dal caso. Insomma, per la Asl «non c’è alcun motivo di allarme». La pensa diversamen­te chi ieri ha tappezzato l’androne dell’ospedale di cartelli molto chiari: «Le vostre bugie, le nostre verità. Il vostro silenzio, la nostra rabbia. La vostra incapacità, le nostre denunce», si legge. E poi: «La vostra assenza ai funerali della dottoressa la dice lunga sulle vostre responsabi­lità. Rago (direttore sanitario, ndr) e company è ora di andare a casa». Sotto la sigla Uil. Messaggi che hanno creato un aspro confronto con il direttore sanitario Rago, che parla senza mezzi termini di «cartelli abusivi, disconosci­uti dalla stessa Uil e che per questo sono stati rimossi immediatam­ente». E in effetti è anche la parte regionale del sindacato a spiegare che la segreteria aziendale Uil del San Paolo è stata commissari­ata e dunque quei cartelli non rappresent­ano il pensiero del sindacato.

E’ in questo clima tesissimo che si apre ora un nuovo fronte, sul quale certamente la commission­e Asl dovrà fare chiarezza. Il caso è quello di S. F., una paziente somala che sarebbe stata ricoverata il 29 settembre con un sospetto di Tbc. Il 4 ottobre le prime analisi e solo il 15 i risultati definitivi e il trasferime­nto. Tempi troppo lunghi per le analisi, anche se ricoverata in una stanza singola, la paziente si è sarebbe infatti mossa liberament­e in ospedale, ad esempio per andare a prendere il caffè al distributo­re automatico. Dal canto suo Rago spiega di non poter «tenere una paziente in stato di coercizion­e». E precisa che per avere il riscontro certo della malattia «sono servite due diverse richieste: un primo test e in seguito un approfondi­mento». Quello dei tempi di laboratori­o è dunque un problema da risolvere, visto che gli esami non vengono effettuati direttamen­te al San Paolo, bensì all’ospedale Ascalesi. Intanto, parole di grande preoccupaz­ione sono quelle espresse da Lorenzo Medici (segretario generale regionale della Cisl Funzione pubblica): «Credo che a questo punto il caso Campania debba necessaria­mente arrivare sul tavolo del ministro — dice — con la quale chiederemo un incontro». Medici amplia anche l’orizzonte delle sue preoccu- pazioni.

«L’episodio del San Paolo è doloroso, ma non dobbiamo fermaci al caso singolo». Poi denuncia che «la carenza di personale impedisce, soprattutt­o nell’area dell’emergenza, di applicare i protocolli di sicurezza. Stiamo preparando un dossier — spiega — che presto invieremo a Roma. Non possiamo permettere che i cittadini campani siano condannati a non essere assistiti al meglio e che gli operatori della sanità siano messi a rischio».

Di segno opposto le notizie arrivate in serata dalla Asl rispetto al lavoro della commission­e. «Dalle prime indicazion­i — si legge in una nota — è risultato che le procedure attuate sono conformi alla procedura per la prevenzion­e della malattia tubercolar­e negli operatori sanitari. In particolar­e risulta attuata la formazione sul rischio biologico, l’informazio­ne e la distribuzi­one dei dispositiv­i di protezione individual­i con tracciabil­ità delle consegne. In merito agli altri due casi sospetti riportati dalla stampa sono ancora in corso gli accertamen­ti relativi alla definizion­e se trattasi di casi di malattia o sensibilit­à a precedente contatto». Dunque, il lavoro della Commission­e proseguirà nei prossimi giorni.

Subito rimossi

Affissi in ospedale cartelli che accusano la dirigenza di assenza ai funerali della dottoressa deceduta

 ??  ?? Ospedale L’ingresso del «San Paolo» a Fuorigrott­a, nosocomio con un bacino di utenza molto vasto e con numerosi accessi quotidiani alla medicina d’urgenza
Ospedale L’ingresso del «San Paolo» a Fuorigrott­a, nosocomio con un bacino di utenza molto vasto e con numerosi accessi quotidiani alla medicina d’urgenza
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Manager Mario Forlenza, direttore generale dell’Asl Na1

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