Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tubercolosi al San Paolo, i sindacati: chiederemo l’intervento del ministro
La Cisl prepara un dossier e l’Asl nomina una commissione. Al vaglio il caso di una paziente con sospetta Tbc «libera» di girare tra i reparti
NAPOLI Ieri mattina i membri della commissione nominata dal direttore generale dell’Asl Napoli 1 sono arrivati all’ospedale San Paolo con un solo obiettivo: capire se ci siano rischi di un contagio di tubercolosi e se al nosocomio di Fuorigrotta possano esserci falle nei protocolli di sicurezza attuati dalla direzione sanitaria.
Il caso è esploso venerdì scorso, dopo il decesso per tubercolosi addominale di una dottoressa in forza, fino ad agosto scorso, alla medicina d’urgenza del San Paolo. L’intenzione del dg Mario Forlenza è stata quella di attivare «un organo terzo, che svolgerà un’accurata indagine». Forlenza ha anche ribadito di aver ricevuto rassicurazioni dalla direzione sanitaria sul rispetto dei protocolli previsti dal caso. Insomma, per la Asl «non c’è alcun motivo di allarme». La pensa diversamente chi ieri ha tappezzato l’androne dell’ospedale di cartelli molto chiari: «Le vostre bugie, le nostre verità. Il vostro silenzio, la nostra rabbia. La vostra incapacità, le nostre denunce», si legge. E poi: «La vostra assenza ai funerali della dottoressa la dice lunga sulle vostre responsabilità. Rago (direttore sanitario, ndr) e company è ora di andare a casa». Sotto la sigla Uil. Messaggi che hanno creato un aspro confronto con il direttore sanitario Rago, che parla senza mezzi termini di «cartelli abusivi, disconosciuti dalla stessa Uil e che per questo sono stati rimossi immediatamente». E in effetti è anche la parte regionale del sindacato a spiegare che la segreteria aziendale Uil del San Paolo è stata commissariata e dunque quei cartelli non rappresentano il pensiero del sindacato.
E’ in questo clima tesissimo che si apre ora un nuovo fronte, sul quale certamente la commissione Asl dovrà fare chiarezza. Il caso è quello di S. F., una paziente somala che sarebbe stata ricoverata il 29 settembre con un sospetto di Tbc. Il 4 ottobre le prime analisi e solo il 15 i risultati definitivi e il trasferimento. Tempi troppo lunghi per le analisi, anche se ricoverata in una stanza singola, la paziente si è sarebbe infatti mossa liberamente in ospedale, ad esempio per andare a prendere il caffè al distributore automatico. Dal canto suo Rago spiega di non poter «tenere una paziente in stato di coercizione». E precisa che per avere il riscontro certo della malattia «sono servite due diverse richieste: un primo test e in seguito un approfondimento». Quello dei tempi di laboratorio è dunque un problema da risolvere, visto che gli esami non vengono effettuati direttamente al San Paolo, bensì all’ospedale Ascalesi. Intanto, parole di grande preoccupazione sono quelle espresse da Lorenzo Medici (segretario generale regionale della Cisl Funzione pubblica): «Credo che a questo punto il caso Campania debba necessariamente arrivare sul tavolo del ministro — dice — con la quale chiederemo un incontro». Medici amplia anche l’orizzonte delle sue preoccu- pazioni.
«L’episodio del San Paolo è doloroso, ma non dobbiamo fermaci al caso singolo». Poi denuncia che «la carenza di personale impedisce, soprattutto nell’area dell’emergenza, di applicare i protocolli di sicurezza. Stiamo preparando un dossier — spiega — che presto invieremo a Roma. Non possiamo permettere che i cittadini campani siano condannati a non essere assistiti al meglio e che gli operatori della sanità siano messi a rischio».
Di segno opposto le notizie arrivate in serata dalla Asl rispetto al lavoro della commissione. «Dalle prime indicazioni — si legge in una nota — è risultato che le procedure attuate sono conformi alla procedura per la prevenzione della malattia tubercolare negli operatori sanitari. In particolare risulta attuata la formazione sul rischio biologico, l’informazione e la distribuzione dei dispositivi di protezione individuali con tracciabilità delle consegne. In merito agli altri due casi sospetti riportati dalla stampa sono ancora in corso gli accertamenti relativi alla definizione se trattasi di casi di malattia o sensibilità a precedente contatto». Dunque, il lavoro della Commissione proseguirà nei prossimi giorni.
Subito rimossi
Affissi in ospedale cartelli che accusano la dirigenza di assenza ai funerali della dottoressa deceduta