Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Mertens e Milik, il rebus del doppio centravanti
Mertens, un gol ogni 100 minuti, chiede più spazio. Milik è il titolare a corto di reti
La emme un tempo era del
NAPOLI Matador, il bomber da 104 gol in tre anni. Poi è diventata quella di Mertens, l’esterno diventato centravanti di razza con 95 gol. E dopo ancora quella di Milik, promesso e sfortunato (è reduce da due infortuni) bomber di questi giorni. Lasciando da parte il sogno mai abbandonato dai tifosi di rivedere in maglia azzurra Cavani, resta in casa Napoli il rebus della doppia M: quella di Dries che dalla panchina risolve sempre e quella di Arek che un po’ accende e un po’ delude ma che di fatto per caratteristiche fisiche incarna il centravanti in stile Ancelotti. La media gol dell’ultimo mese è tutta a favore del belga, quattro gol con un peso specifico notevole. Una rete ogni cento minuti. Il polacco, invece, di gol non ne ha messi a segno neanche uno negli ultimi trenta giorni, spesso partendo titolare. Tirare le conclusioni sulla base di questi numeri e dunque promuovere l’uno e bocciare l’altro sarebbe approssimativo e soprattutto ingeneroso nei confronti di Milik. Che contro la Roma, domenica sera, al San Paolo ha fatto una gara di grande sacrificio e generosità, ma ha sprecato troppe occasioni da gol. Milik ha letto in qualche caso male gli assist di Callejon e in altri casi è arrivato un secondo in ritardo.
Cambio inevitabile con Mertens e pareggio acciuffato al novantesimo. Il gol ma non solo. Ne aveva fatti due in fuorigioco, non validi per regolamento ma testimonianza della voglia e della fame di un ragazzo al quale l’appellativo di «spaccapartite», piace ma fino a un certo punto. Titolare inamovibile con Sarri (anche per mancanza di alternative) si è ritrovato ad alternarsi con Milik. Non è l’unico a ruotare, Ancelotti fa del turnover un valore aggiunto per il Napoli. Ma la emme di Mertens è di quelle toste e soprattutto schiette. «Mi aspettavo di giocare titolare - ha detto senza ipocrisia subito dopo la partita contro la Roma - soprattutto in una partita del genere. Questa è una gara molto sentita a Napoli, mi è dispiaciuto non esserci dall’inizio». Ancelotti gli ha risposto subito, senza alcuna polemica. «Meno male che la pensa così, altrimenti avrei dovuto parlargli a quattro occhi».
Nessun ombra dunque nei rapporti di spogliatoio, ma Milik che deve ancora scrollarsi di dosso il condizionamento di due infortuni molto pesanti, oggi sente forte la pressione del collega.
Numeri alla mano Mertens chiede uno spazio legittimo, bisognerà adesso capire le prossime mosse di Ancelotti rispetto alla formazione titolare contro l’Empoli e soprattutto contro il Paris Saint Germain. Ed ecco che il 6 novembre rispunterà al San Paolo la terza emme, quella dell’amato Matador che da più parti ancora viene invocato, quasi come se il Napoli non avesse un centravanti. In realtà ne ha già due e nella visione di gioco di Ancelotti anche tre o quattro. Ma il rebus resta su chi è il titolare di un ruolo che nelle altre squadre di vertice come Juve, Inter, Milan e la stessa Roma risponde ai nomi di Ronaldo, Icardi, Higuain e Dzeko.
Nomi di maggiore peso, sulla carta almeno. Senza nulla togliere alle emme di casa Napoli che iniziano a farsi concorrenza. Ancelotti resta dell’idea della scorsa estate e cioè che in attacco i ruoli sono tutti coperti. Ma il mercato è una finestra sempre aperta e gennaio non è lontanissimo. Magari allora il rebus sarà già risolto.