Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il maltempo uccide uno studente
Davide, 21 anni, schiacciato da un pino dopo la lezione a Ingegneria. Il sindaco critica la Protezione civile
NAPOLI Il suo cuore ha smesso di battere alle 17 di ieri quando un albero si è abbattuto su di lui, sradicato dal forte vento che ha flagellato la città per 24 ore. Davide Natale aveva 21 anni, era nato a Pompei e viveva a San Nicola La Strada. Aveva appena finito di seguire i corsi in facoltà dove era iscritto al terzo anno.
Voti altissimi, grande intraprendenza e un sorriso magnifico che faceva innamorare tutti. Era un pendolare e ogni mattina si svegliava alle 6 e con il padre, che lavora come dirigente alla regione Campania, arrivava in auto fino a Fuorigrotta, ma il più delle volte prendeva il treno con un’amica e un amico. Ieri in via Claudio, la strada che costeggia lo stadio San Paolo e porta alla stazione della metropolitana di Campi Flegrei la sua vita si è fermata.
Un pino che era nella sede del Cnr si è piegato da un lato, ha sfondato una grata in ferro ed ha preso in pieno Davide. Con lui c’era un ragazzo che miracolosamente è rimasto illeso. Ha chiamato il 118 ma la corsa disperata all’ospedale san Paolo di via Terracina è stata inutile. Il cuore ha smesso di battere subito. Forse neanche ha capito che stava per morire perché l’impatto violento con il tronco gli ha tolto i sensi immediatamente. La procura di Napoli accerterà eventuali responsabilità. Il pm di turno, Catello Maresca, ha aperto un fascicolo. Ieri la città ha vissuto ore drammatiche e solo per miracolo non ci sono state altre vittime.
Quattro i feriti più gravi: due automobilisti a Pianura feriti dal crollo di un pino, piombato improvvisamente sull’auto in via Montagna Spaccata; un centauro colpito da un cartello stradale in via Imbriani e una donna colpita da calcinacci in piazzale Tecchio. Per questa mattina la situazione è in miglioramento, ma il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha deciso di chiudere le scuole entrando in polemica con la protezione civile, che aveva diramato sia per la giornata di ieri che di stamane un’allerta «gialla», di un grado inferiore all’«arancione» della scorsa settimana e che aveva spinto il primo cittadino a chiudere (tra mille polemiche) ancora una volta le scuole, ma a conti fatti non si registrarono emergenze. Ieri invece raffiche di vento a centotrenta chilometri all’ora hanno messo in ginocchio la città. Fanno sapere da Palazzo San Giacomo che la decisione di chiudere le scuole è stata presa per «consentire l’esame dei notevoli danni della non prevista ondata di maltempo, nella sua eccezionalità». I Vigili del Fuoco hanno contato quasi ottanta alberi crollati in città e altrettanti pericolanti che vanno tagliati. La città è stata «tagliata» in più parti. Da Chiaia è stato impossibile per ore raggiungere il Vomero. Erano chiuse una parte di via Posillipo, largo Sermoneta, via Petrarca, via Tasso e via Aniello Falcone. Al centro storico piazza Dante è rimasta ed è tutt’ora cinturata, come piazza San Gaetano, una parte del Decumano Maggiori. Danni pesanti si sono sono avuti tra Pianura, il rione Traiano e Fuorigrotta dove decine di alberi sono caduti su auto in sosta e nei parchi.
Altro pericolo è stato rappresentato dalla caduta di calcinacci. Secondo le prime stime sono oltre mille i palazzi che da qui a qualche giorno andranno spicconati.
Le spettacolari immagini del Lungomare inondato dalle onde hanno fatto il giro del web ma momenti di tensione si sono vissuti quando la copertura dei marciapiedi, dalla parte del consolato americano, ha ceduto. Pezzi di pietre sono volati contro le auto che transitavano.
Il traffico è impazzito, sia in Tangenziale dove molti rami sono arrivati sulle carreggiate, che nel resto della città. In seguito all’ondata di maltempo il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, ha convocato il Centro Coordinamento Soccorsi, che si è riunito dal pomeriggio di ieri «al fine di definire un piano coordinato di risposta alle possibili situazioni di emergenza, con particolare attenzione alla viabilità stradale, ai servizi pubblici essenziali e alle aree a rischio idrogeologico».
Inchiesta La procura ha aperto un fascicolo per capire se vi siano responsabilità