Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Comune Dema e le deleghe ai consiglieri: «È il secondo tempo del rimpasto»
Al gruppo di Agorà alcune funzioni di Calabrese. Daniele ridimensionato
Nominati nuovo vicesindaco
NAPOLI e due nuovi assessori, Luigi de Magistris si concentra ora sul «secondo tempo del rimpasto», con la consapevolezza che, calcisticamente parlando, «ci saranno anche i supplementari e, se necessario, i rigori» per trovare la quadratura del cerchio sulla squadra che dovrà supportarlo alle Europee del 2019 e alle Regionali del 2020.
Ma da quanto si percepisce a Palazzo San Giacomo, il «secondo tempo» potrebbe essere anche più acceso e complicato del primo, conclusosi con una maggioranza che ha perso l’apporto formale di almeno due consiglieri — quelli dei Verdi — e che rischia di assottigliarsi ulteriormente visto il mare di scontenti.
Statuto da rivedere
Al punto in cui s’è spinto, però, de Magistris non può più fermarsi: ha detto che cambierà ancora, deve farlo. Soprattutto per blindare la maggioranza in vista del voto sul Bilancio, altrimenti salta tutto. Ecco perché lavora al rimpasto di deleghe da assegnare a singoli consiglieri. Ben sapendo, però, che nello statuto del Comune di Napoli la figura del consigliere delegato non è prevista e, perciò, occorrerà una complicata modifica statutaria per arrivare poi al paradosso di avere il consigliere, che per legge è il «controllore», in alcuni casi trasformato anche in «controllato». Ovviamente, dare deleghe agli eletti significa toglierle agli assessori. E se ad alcuni esponenti della giunta l’alleggerimento di funzioni non dispiace, altri la vedono come una diminutio.
La lista del sindaco
Al momento, il canovaccio di de Magistris è sostanzialmente questo: le deleghe a Polizia municipale, Trasporti e Mobilità verrebbero assegnate a uno tra Carmine Sgambati e Ciro Lan- gella del gruppo di Agorà. Fossero queste, Agorà accetterebbe le deleghe. Per far ciò, verrebbero rivisti i compiti di Mario Calabrese, che oggi gestisce la Mobilità, a cui rimarrebbero solo Lavori pubblici e Sottosuolo; e di Alessandra Clemente, assessore ai Giovani e alla Polizia municipale, sulla quale — dopo il rifiuto di Carmine Piscopo — è piovuta la pesante rogna della gestione del Patrimonio, quindi anche della dismissione, argomento finito sotto la lente della Corte dei conti e vero tallone d’Achille del Comune di Napoli. La Clecarsi mente cederebbe i rapporti con la polizia municipale.
La sinistra batte i pugni Con «Sinistra in Comune», invece, il ragionamento è molto più articolato: il partito chiede che venga data la possibilità a Rosaria Galiero di subentrare in Consiglio come «ristoro» per l’addio di Pietro Rinaldi, passato con Dema, il partito del sindaco. Per far ciò, Rinaldi dovrebbe dimettersi. Ma ovviamente non ha alcuna intenzione di farlo. A meno che non venga ricollocato altrove.
Il caso Nardi
E l’ipotesi che si fa strada è che Rinaldi possa assumere il ruolo di capo di Gabinetto di de Magistris alla Città metropolitana, compito delicato svolto da Alessandro Nardi che però pare possa lasciare. Chi sta vicino a Nardi ritiene che possa dedi- di più all’attività privata. Ma nulla è scontato: perché il sindaco potrebbe anche continuare a tenersi Nardi per sfruttare le tante relazioni che — anche da ex capo della segreteria dell’allora ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio — ha sia fuori dall’aula che nel Consiglio comunale.
I Verdi dicono no Capitolo Verdi. Sono tra coloro che hanno immediatamente rifiutato la delega e che, usciti dalla giunta, hanno «preso atto» di una decisione che hanno ribadito essere «unilaterale e non condivisa», promettendo però di rimanere fedeli alle scelte che vanno in favore della città. Come dire: non siamo più in maggioranza e votiamo solo quello che ci convince.
Il futuro di Panini
Le deleghe a cui hanno ovvia- mente detto di no i Verdi, visto che prima erano gestite da un loro assessore (Maria D’Ambrosio), saranno verosimilmente assegnate a Raffaele Del Giudice, l’ex vicesindaco retrocesso ad assessore all’Ambiente, atteso che il suo posto è stato preso da Enrico Panini, dato sempre più in ascesa e visto come colui a cui il sindaco pensa per un’eventuale successione. Panini, peraltro, gestisce anche la patata bollente della delega a Bilancio e Partecipate, al Personale e ai rapporti con il Consiglio comunale, oltre ad essere il segretario nazionale di Dema.
Daniele, rischio addio L’idea che circola, di affidare un pezzo di delega di Nino Daniele, cioè il Turismo, a Eleonora De Majo di Dema, sta creando molte tensioni. Fosse così, Daniele rimarrebbe con la sola Cultura, cosa che difficilmente l’ex sindaco di Ercolano accetterebbe. E sono in molti a giurare che a quel punto Daniele — tra gli assessori, quello che politicamente ha una storia molto più consolidata di tutti gli altri — saluti tutti e si dimetta. Ex Ds, oggi in giunta con de Magistris, pur provenendo dalla sinistra, Daniele è scevro da particolari vincoli politici. E non ha mai aderito a Dema.
Strategie
De Magistris costretto a blindare la sua la maggioranza in vista del voto sul Bilancio
Cimiteri a Mundo Infine, ai Riformisti andrà la delega ai Cimiteri, la stessa delega che, fino a venerdì scorso, aveva Alessandra Sardu, indicata in giunta proprio dai Riformisti di Gabriele Mundo che ha poi chiesto che uscisse dalla giunta perché nel frattempo la Sardu si era iscritta a Dema. A dimostrazione di quanto il sindaco sia costretto a muoversi su un filo sottilissimo. E oggi, nel Consiglio comunale che discuterà di welfare, si vedrà se il filo si spezza oppure no.